Desi 2021, lo stato dell’arte dell’innovazione digitale in Italia

Pubblicato Mercoledì, 17 novembre 2021

Nell’edizione 2021 del rapporto UE sull’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi) l’Italia si colloca al ventesimo posto fra i 27 Stati membri della Unione europea, in risalita rispetto al venticinquesimo posto dell’edizione precedente.

L’Italia scala la classifica, quindi, ma resta “significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Unione europea in termini di capitale umano”, si legge nel rapporto. Su questo fronte, infatti, solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base (56 % nell’Ue) e solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31 % nell’Ue). La percentuale di specialisti Ict in Italia è pari al 3,6 % dell’occupazione totale, ancora al di sotto della media Ue (4,3 %). Solo l’1,3 % dei laureati italiani sceglie discipline Ict, un dato ben al di sotto della media Ue, mentre la questione di genere è nella media.

In definitiva, nel nostro Paese c’è un lieve miglioramento per e-skill, ma ancora non basta. I dati migliorano nell’ambito dell’integrazione delle tecnologie digitali, per il quale l’Italia si colloca al 10º posto nella UE. Nei servizi pubblici digitali (Italia al 18º posto nella UE) la percentuale di utenti online che ricorre a servizi di e-government è passata dal 30 % nel 2019 al 36 % nel 2020, tendenza in aumento, ma al di sotto della media Ue del 64 %. Nel corso del 2020, poi, l’Italia ha compiuto alcuni progressi in termini sia di copertura sia di diffusione delle reti di connettività, grazie a ciò il Paese si colloca al 23º posto in termini di connettività tra gli Stati membri dell’Unione.

Questi i quattro settori principali della bussola per il digitale valutati dal Desi 2021, che segnano un cambiamento rispetto al passato: la Commissione europea, infatti, ha scelto di adeguare da quest’anno il Desi affinché rispecchiasse le due principali iniziative politiche che avranno un impatto sulla trasformazione digitale nell’Unione europea nel corso dei prossimi anni: il dispositivo per la ripresa e la resilienza e la bussola per il decennio digitale. E in futuro, si legge nel report, il Desi sarà allineato ancora più rigorosamente alla bussola per il digitale per garantire che tutti gli obiettivi siano discussi nelle relazioni.

Tenendo conto delle riforme in atto, nel rapporto la Commissione precisa che: “Il Pnrr prevede una tabella di marcia ambiziosa, con riforme e investimenti relativi a tutti gli aspetti del Desi. Per superare i ritardi e colmare il divario tra l’Italia e gli altri paesi dell’Ue sono necessari sforzi costanti e un approccio integrato alle politiche in materia di capitale umano, innovazione e competitività delle imprese. Una robusta attuazione delle iniziative intraprese negli ultimi anni e delle misure previste dal piano per la ripresa e la resilienza può rappresentare un importante cambiamento di passo e un’opportunità per promuovere la digitalizzazione in tutto il paese”.

La Commissione, comunque, ha apprezzato gli sforzi che l’Italia sta facendo per risalire la classifica, a cominciare dal varo della Strategia nazionale per le competenze digitali. “Nel complesso, l’Italia ha continuato a migliorare i servizi pubblici digitali per i cittadini e le imprese – precisa – si prevede che le iniziative legislative intraprese promuovano l’adozione di piattaforme abilitanti da parte di tutte le amministrazioni pubbliche, comprese quelle locali”. “In conclusione, l’Italia deve far fronte a notevoli carenze nelle competenze digitali di base e avanzate, che rischiano di tradursi nell’esclusione digitale di una parte significativa della popolazione e di limitare la capacità di innovazione delle imprese. La Strategia Nazionale per le Competenze Digitali - si sottolinea nel rapporto - rappresenta un risultato importante e un’opportunità per colmare questo divario”.


Per approfondire, è disponibile online il Desi 2021.