Dossier Statistico Immigrazione 2010 Caritas/Migrantes - XX Rapporto

Pubblicato Mercoledì, 03 novembre 2010

Il giorno 26 ottobre, è stato presentato a Roma il XX "Dossier statistico sull'immigrazione" redatto da Caritas e Migrantes e coordinato dal dottor Franco Pittau. In esso viene descritto il fenomeno dell'immigrazione in Italia ed il suo sviluppo nel corso degli ultimi 20 anni, sottolineando, in particolare, l'incidenza significativa che questo fenomeno ha nel nostro Paese sia da un punto di vista sociale che economico.
Nel 1990, anno al quale si riferisce la prima edizione del Dossier, la presenza di stranieri in Italia era di circa mezzo milione di persone; in questi ultimi 20 anni è cresciuta di quasi 20 volte, raggiungendo la soglia di 5 milioni. In particolare, nel corso dell'ultimo decennio, la presenza straniera è pressoché triplicata con un aumento dei residenti che è stato di circa 3 milioni di unità e di quasi 1 milione nell'ultimo biennio. L'insediamento è prevalente nel Nord e nel Centro, ma anche il Meridione è coinvolto nel fenomeno, rappresentando un'area privilegiata per l'inserimento di alcune collettività. Roma (con quasi 270mila) e Milano (200mila) sono i comuni con il maggior numero di stranieri residenti, ma gli immigrati si stabiliscono anche nei piccoli centri, spesso con incidenze elevate rispetto al totale dei residenti. La Lombardia accoglie un quinto dei residenti stranieri (982.225, 23,2%). Poco più di un decimo vive nel Lazio (497.940, 11,8%), il cui livello viene quasi raggiunto da altre due grandi Regioni di immigrazione: Veneto (480.616, 11,3%) ed Emilia Romagna (461.321, 10,9%); il Piemonte e la Toscana stanno un po' al di sotto (rispettivamente 377.241, 8,9% e 338.746, 8,0%). Le donne incidono mediamente per il 51,3%, con la punta massima del 58,3% in Campania e del 63,5% a Oristano, e quella più bassa in Lombardia (48,7%) e a Ragusa (41,5%).
In un'Italia alle prese con un elevato e crescente ritmo di invecchiamento, dove gli ultrasessantacinquenni superano già i minori di 15 anni, gli immigrati sono un fattore di parziale
riequilibrio demografico, influendo positivamente anche sulla forza lavoro.
In tutta Europa la crescita dell'occupazione è legata ai lavoratori immigrati. Secondo i dati Istat, nel 2009, anno in cui l'occupazione complessiva è diminuita di 527.000 unità, i lavoratori stranieri occupati sono aumentati di 147mila unità, arrivando a quota 1.898.000, con una incidenza dell'8,2% sul totale degli occupati (nell'anno precedente l'incidenza era del 7,5%). Gli immigrati assicurano allo sviluppo dell'economia italiana un contributo notevole: a livello occupazionale infatti, essi non solo incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti, ma sono sempre più attivi anche nel lavoro autonomo e imprenditoriale. A maggio 2010 sono risultate iscritte 213.267 imprese con titolare straniero; nei primi cinque mesi del 2010 sono aumentate al ritmo del 13,8%, e a ritmi maggiori in Toscana e nel Lazio. Queste imprese incidono, come precisato, per il 3,5% su tutte le imprese operanti in Italia e per il 7,2% su quelle artigiane.
Pur contribuendo per l'11,1% alla produzione del PIL italiano, pagando 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l'anno, gli immigrati continuano ad essere maggiormente penalizzati nell'accesso a determinati servizi sociali, fruendone in maniera quantitativamente inferiore rispetto a quanto versato.
In conclusione, se l'immigrazione è funzionale allo sviluppo del Paese, il Dossier invita l'agenda politica a riflettere sugli aspetti normativi più impegnativi, come quelli riguardanti la cittadinanza e le esigenze di partecipazione di questi nuovi cittadini, in particolare se nati in Italia.
E' indispensabile infatti, che immigrazione ed integrazione procedano di pari passo.