Ocse, pubblicate le prospettive economiche di novembre

Pubblicato Mercoledì, 29 novembre 2017

L’economia globale sta crescendo al ritmo più rapido dal 2010 e la ripresa sta diventando sempre più sincronizzata tra i vari Paesi. Tuttavia il miglioramento nel suo insieme resta modesto se paragonato agli standard del passato e non sembrano esserci ancora le basi per assicurare una crescita forte e sostenuta nel medio termine, oltre che resiliente e inclusiva. L’Economic Outlook semestrale dell’Ocse, l’organizzazione che riunisce i 35 Paesi industrializzati, ritocca al rialzo le stime di crescita, ma avverte che resterà forte, ma solo per un po’. 

Per l’Eurozona le previsioni per il 2017 migliorano a +2,4% da +2,1% quest’anno, seguite da +2,1% e +1,9% nei due successivi; la crescita italiana è rivista all’1,6% dall’1,4% nel 2017, all’1,5% nel 2018 (da 1,2%) e all’1,3% nel 2019. 

Per l’Italia, in particolare, le riforme strutturali devono continuare – si legge nel Rapporto - se vuole rafforzare la coesione sociale e la crescita potenziale. In particolare, “va mantenuto il legame tra l’età di pensionamento e l’attesa di vita per rafforzare l’equità tra generazioni e salvaguardare la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine”. Un rallentamento delle riforme o una deviazione sui conti pubblici “provocherebbero una caduta della fiducia e farebbero deragliare l’Italia da una ripresa durevole”.

Per rafforzare l’inclusione sociale, le risorse "devono essere spostate verso programmi che contrastino la povertà e che incentivino l'occupazione, in particolare quella giovanile”: per questo l’Ocse apprezza l'introduzione di bonus permanenti per l'assunzione di giovani under 30, anche perché “I miglioramenti dell'occupazione sosterranno il reddito disponibile delle famiglie". Il tasso di disoccupazione è atteso in calo dall’11,2% del 2017 al 10,5% l’anno prossimo e al 10,1% nel 2019. 

Infine l’Ocse suggerisce all’Italia di continuare gli sforzi per aprire i servizi pubblici locali alla concorrenza e sottolinea che il turnover nella pubblica amministrazione, dovuto al pensionamento di molti dipendenti nel prossimo futuro, “è un’opportunità per ristrutturare il settore”.

Consulta Economic Outlook di novembre.