Censis, i dati del 51° Rapporto

Pubblicato Venerdì, 01 dicembre 2017

La ripresa c’è, ma non sembra riguardare l’intero Paese. Il panorama tratteggiato nel Rapporto Censis 2017 descrive una ripresa dei consumi (cresciuti del 4% negli ultimi tre anni), ma insieme rileva un sempre più evidente divario tra chi è riuscito a superare il difficile momento della crisi economica e chi invece ne subisce ancora le conseguenze. "Non si è distribuito il dividendo sociale della ripresa economica e il blocco della mobilità sociale crea rancore", si legge nel Rapporto; questo stato di cose ha generato anche la convinzione che sia difficile risalire la scala sociale (ne è convinto l'87,3% degli appartenenti al cento popolare), ma è molto facile scivolare in basso.

A questo si accompagna il "degiovanimento" del Paese: "La riduzione del peso demografico dei giovani è una miccia accesa che sta per accendersi in futuro”. La diminuzione del numero dei giovani rischia di portare a “un’offerta politica che non li guarda con sufficiente attenzione, si parla molto di più di pensioni che di disoccupazione giovanile. Il problema dei giovani in Italia è che non contano perché sono pochi".

Siamo penultimi in Europa per numero di laureati: solo il 26,2% della popolazione italiana tra i 30-34 anni ha un titolo di studio di livello terziario. Questa bassa attrattività dell’istruzione terziaria, secondo il Censis, “scaturisce dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro per le qualifiche più elevate e da un’offerta basata quasi esclusivamente sui percorsi accademici e poco professionalizzanti. Nell’ultimo anno il tasso di disoccupazione dei laureati 25-34enni è stata pari al 15,3%, non distante dall’intera coorte d’età (17,7%)”. Anche per questo cresce l’attrattività dell’estero: nel 2016 i trasferimenti dei cittadini italiani sono stati 114.512, triplicati rispetto al 2010. Quasi il 50% dei laureati italiani si dice pronto a trasferirsi all'estero anche perché, calcola il Censis, la retribuzione mensile netta di un laureato a un anno dalla laurea si aggira intorno a 1.344 euro in Italia, mentre arriva a 2.200 euro all'estero.

Ma sul fronte dell’occupazione in generale la situazione sta migliorando: permangono, infatti, i segnali di ripresa per l'occupazione dei giovani, già registrati nel corso del 2016. “Nei primi sei mesi di quest'anno gli occupati con un'età compresa tra i 15 e i 34 anni hanno raggiunto i 5.108.000 unità, con un incremento di 67.000 giovani rispetto al primo semestre del 2016. La variazione positiva è stata dell'1,3% e ha portato la quota dell'occupazione giovanile, sul totale delle persone che lavorano, al 22,3%, un punto decimale in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Il tasso di occupazione, calcolato sul totale delle persone della stessa fascia d'età, è del 40,7% e nel confronto fra i primi tre mesi di quest'anno e il trimestre successivo aumenta di un decimale, confermando una tendenza comunque positiva. Tendenza che si rispecchia nella diminuzione del tasso di disoccupazione, ancora però molto alto: il 20,8%, oltre 9 punti in più rispetto al tasso riferito all'intera popolazione in età lavorativa. Il 65,9% dei giovani di 18-34 anni dichiara di conoscere i voucher per il lavoro accessorio e il 53,6% di essere informato dell'esistenza del lavoro interinale o in somministrazione, ma solo il 48,6% conosce il programma Garanzia Giovani e meno di un terzo ha una reale conoscenza delle politiche attive del lavoro”.

Il Censis rileva, inoltre, che se ormai i vecchi miti appaiono stinti, quelli nuovi non hanno forza aggregatrice. Ma per la media degli italiani c’è un’eccezione: al primo posto dei desiderata il 38,5% sceglie il “posto fisso”, che è al secondo posto nella lista dei più giovani, quasi a pari merito con lo smartphone.

 

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