Politica di coesione post 2020, De Vincenti illustra la posizione italiana

Pubblicato Giovedì, 01 febbraio 2018

Dibattito aperto sul futuro della politica di coesione post 2020. È stato Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, a illustrare la posizione italiana sul tema durante l’incontro organizzato a Bruxelles dal Comitato delle Regioni, lo scorso 30 gennaio.

Escludere i cofinanziamenti nazionali dal Patto di stabilità, legare i fondi strutturali al rispetto "dello stato di diritto e della solidarietà intra-europea" e il rafforzamento degli investimenti, aggiungendo anche nuove risorse sui "beni pubblici europei" come sicurezza e difesa, sono stati i punti centrali dell’intervento del ministro, che ha sottolineato l’importanza di una politica di coesione "forte" per promuovere "un principio di cittadinanza comune".

"L'Italia, pur essendo contributore netto, ritiene che vada mantenuto invariato il livello di risorse dedicate alla coesione", ha precisato De Vincenti: lo scorporo dal Patto di stabilità dei cofinanziamenti nazionali ai progetti che usano fondi strutturali "è logico", "perché sono investimenti concordati da Regioni e Stati con la Commissione Ue e quindi sono al servizio delle politiche europee".

L'Italia chiede, ha spiegato il ministro, la cancellazione della cosiddetta condizionalità macroeconomica perché "sbagliata dal punto di vista europeo", e si dice contraria sia all'uscita del Fondo sociale europeo dal "pacchetto" dei fondi strutturali che all'uso della "riserva di performance" (fino a un massimo del 6% delle dotazioni nazionali, anche quelle già assegnate) "ai fini delle riforme", così come proposto dalla Commissione Ue.
La coesione "deve rivolgersi a tutte le regioni Ue", anche se "in modo differenziato", per "fare in modo che nessuno resti indietro e anche le aree più avanzate possano continuare ad andare avanti", sottolinea poi il ministro. Fra i punti essenziali della posizione italiana, De Vincenti cita anche una gestione più efficiente delle strategie macroregionali, l'identificazione di altri criteri oltre al Pil per decidere le assegnazioni dei fondi, la semplificazione dei meccanismi di monitoraggio, e una nuova strategia di governance che metta al centro il dialogo fra Stato centrale ed enti territoriali.

In allegato la "Posizione italiana sulla Politica di Coesione post-2020"

RG



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