Le Regioni e la politica di coesione post 2020

Pubblicato Mercoledì, 28 febbraio 2018

«Per le città e le Regioni d’Europa è fondamentale difendere la politica di coesione dell’Unione europea quale strumento di grande importanza per promuovere lo sviluppo dei territori più sfavoriti, ma anche per far crescere la competitività di tutte le regioni europee, attraverso significativi investimenti nell’innovazione. Insomma, tenere insieme il duplice obiettivo di far crescere le regioni svantaggiate e consentire a tutte le altre regioni di aumentare la loro competitività territoriale. E tutto questo potrà essere possibile solo a condizione che il Fondo sociale europeo venga difeso prima di tutto nella sua operatività, ed in secondo luogo nella sua consistenza finanziaria». Così si è espressa la presidente della Regione Umbria e coordinatrice della commissione Affari Europei Catiuscia Marini, relatrice del parere adottato a Bruxelles dalla Commissione Coesione territoriale sul tema “Revisione intermedia del Fondo sociale europeo in preparazione della proposta per il periodo successivo al 2020”. Il parere sarà sottoposto alla discussione del Comitato delle Regioni d’Europa nella prossima seduta del 21-23 marzo, per l’adozione definitiva.
«Non dobbiamo dimenticare – ha sottolineato Marini – che il Fondo sociale è il più antico tra quelli istituiti dall’Unione europea, ed è anche quello che guarda direttamente ai cittadini: insomma resta uno dei pilastri europei dei diritti sociali. Dunque è importantissimo che le Regioni europee rivendichino, ora, che il Fse resti parte integrante ed irrinunciabile del quadro programmatorio della politica europea di coesione».
Guardando al post 2020 il parere adottato, nel richiamare l’importanza del Fse per la “missione” che è chiamato a svolgere anche per il futuro, ne sottolinea le sfide più attuali: lotta alla disoccupazione di lungo periodo; integrazione dei giovani nel mercato del lavoro; invecchiamento della popolazione e emarginazione delle aree interne; integrazione dei migranti; contrasto all’esclusione sociale nelle aree urbane; carenza di competenze ed educazione all’evoluzione tecnologica; contrasto all’esclusione di gruppi svantaggiati; intervento su adulti con basso livello di conoscenze e competenze.
«È molto importante – ha aggiunto Marini – che il Comitato si pronunci ora, e nel merito, in difesa del Fondo sociale, dato che nel prossimo futuro l’Unione sarà chiamata a definire il nuovo quadro della programmazione delle risorse comunitarie per il post 2020. E già oggi emergono sia le difficoltà di definizione delle dotazioni finanziarie, sia quelle relative all’operatività dei singoli Fondi”.


Il parere adottato dalla Commissione Coesione territoriale si pone come obiettivo anche quello di difendere la politica di coesione, difesa espressa anche dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome lo scorso 22 febbraio, in occasione della definizione della posizione sul Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea 2021/2027. Nel testo la Conferenza ha sollecitato “l’Unione europea a dotarsi di una politica di coesione post 2020 ambiziosa con un finanziamento almeno pari ai livelli attuali, grazie all’introduzione di nuove forme di risorse proprie e alla profonda revisione del sistema attuale, non più rispondente al nuovo contesto politico e istituzionale della UE. La politica regionale di sviluppo e coesione e la politica di sviluppo rurale sono le principali politiche europee di investimento che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020. Ridurre l’impegno del bilancio europeo in queste politiche significa rinunciare ad un ruolo dell’Unione a sostegno della crescita e dell’occupazione in tutte le su Regioni”.


La posizione concordata in sede di Conferenza è stata inviata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni affinché sia considerata "anche per rafforzare la posizione nazionale, già condivisa lo scorso 9 novembre in Conferenza Unificata". Lo stesso documento è stato inviato anche a Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato delle Regioni "ai fini delle iniziative che il Comitato delle Regioni sta assumendo in favore della politica regionale e di coesione".

 RG

 

In allegato la posizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sul Quadro finanziario pluriennale del 22 febbraio 2018.

 



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