Raccomandazioni della Commissione Ue agli Stati membri per una crescita sostenibile, inclusiva e a lungo termine

Pubblicato Giovedì, 24 maggio 2018

“Le Raccomandazioni di quest’anno sono più che mai incentrate su occupazione, istruzione e questioni sociali. Ciò dimostra la determinazione della Commissione a focalizzare l’attenzione sull’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali in tutti gli Stati membri e a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i cittadini europei”. Marianne Thyssen, commissaria europea responsabile per l’Occupazione, gli Affari sociali, le Competenze e la Mobilità dei lavoratori, ha sintetizzato così le Raccomandazioni specifiche per Paese 2018 presentate dalla Commissione europea lo scorso 23 maggio. Le Raccomandazioni indicano gli orientamenti di politica economica per i prossimi 12-18 mesi, si basano sui progressi già compiuti negli ultimi anni e mirano a valorizzare le buone prospettive economiche per orientare gli Stati membri nell’adozione di ulteriori iniziative.

L’economia europea sta crescendo al ritmo più rapido degli ultimi dieci anni, con livelli di occupazione record, investimenti in ripresa e migliori finanze pubbliche. Secondo le previsioni di primavera 2018 della Commissione, la crescita nei prossimi due anni, pur restando solida, subirà un leggero rallentamento. Le attuali condizioni favorevoli dovrebbero essere valorizzate per rendere le economie e le società europee più forti e più resilienti.

“L’Europa sta vivendo la crescita più forte degli ultimi dieci anni”, ha spiegato Valdis Dombrovskis, vicepresidente responsabile per l'Euro e il Dialogo sociale, stanno però emergendo nuovi rischi, quali la volatilità dei mercati finanziari mondiali e il protezionismo commerciale. Dovremmo sfruttare l’attuale congiuntura favorevole per rafforzare la resilienza delle nostre economie, il che significa creare riserve di bilancio, che darebbero ai paesi maggiori margini di manovra nei prossimi periodi di rallentamento economico, ma significa anche riforme strutturali per promuovere la produttività, gli investimenti, l’innovazione e la crescita inclusiva”.

Partendo dall’attuale miglioramento del contesto economico, la Commissione suggerisce di concentrarsi su una nuova serie di priorità e questa finestra di opportunità dovrebbe essere utilizzata per attuare gli interventi necessari in ambito nazionale, tenendo in considerazione la stretta interdipendenza delle economie della UE, in particolare di quelle della zona euro.In particolare, la Commissione invita gli Stati membri a perseguire riforme strutturali che migliorino il contesto imprenditoriale e le condizioni per gli investimenti, soprattutto riformando il mercato dei prodotti e dei servizi, sostenendo l’innovazione, migliorando l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti e contrastando la corruzione.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre rafforzare la resilienza economica alla luce delle sfide a lungo termine, quali ad esempio le tendenze demografiche, la migrazione e i cambiamenti climatici. Solo un’economia resiliente può garantire la convergenza economica a lungo termine e la riduzione delle disparità.

Quest’anno le Raccomandazioni dedicano particolare attenzione alle questioni sociali, sotto l’egida del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato nel novembre 2017. Una speciale enfasi è posta sulla necessità di garantire la disponibilità di competenze adeguate, l’efficacia e l’adeguatezza delle reti di sicurezza sociale e di migliorare il dialogo sociale.Ai paesi è stato anche raccomandato di intraprendere riforme in grado di preparare la forza lavoro per il futuro, con particolare riguardo alle future forme di lavoro e alla crescente digitalizzazione, di ridurre le disparità di reddito e di creare opportunità di occupazione, in particolare per i giovani.

La Commissione ora chiederà al Consiglio di adottare le raccomandazioni specifiche per paese e agli Stati membri di attuarle appieno e tempestivamente. I ministri della UE dovranno discutere le raccomandazioni specifiche per Paese prima che i capi di Stato o di governo della UE le approvino. Spetterà poi agli Stati membri attuarle tramite misure inserite nelle rispettive politiche economiche e di bilancio nazionali nel periodo 2018-2019.

In allegato le Raccomandazioni specifiche per l’Italia.



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