Agenda 2030

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Il 25 settembre 2015 le Nazioni unite hanno adottato gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, stabilendo un quadro globale per l’eliminazione della povertà e il conseguimento dello sviluppo sostenibile entro il 2030, sulla base degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), adottati nel 2000.

Nell’Agenda vengono definiti gli impegni che dovranno essere realizzati entro il 2030, individuando 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) e 169 target. Tali obiettivi sono rivolti sia ai Paesi in via di Sviluppo sia ai Paesi avanzati e per il loro raggiungimento richiedono la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali che incidono sulle politiche nazionali.

Fin dall'inizio, l'Unione europea UE ha svolto un ruolo di primo piano contribuendo a questo processo, ed è ora impegnata a portare avanti tale Agenda. Col pacchetto del 22 novembre 2016 sono tre le direttrici su cui si muove l'azione della Commissione europea per lo sviluppo sostenibile. Con la comunicazione sulle prossime tappe per un futuro europeo si spiega il modo in cui le 10 priorità strategiche della Commissione contribuiscono all'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e cosa farà l'Unione europea per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel futuro.

Le proposte contenute nella seconda comunicazione dedicata al “Nuovo consenso europeo per lo sviluppo”  sono state convertite il 7 giugno 2017 in uno specifico piano d'azione: esso consta di una visione e un quadro comuni, sulla base di analisi e strategie condivise, programmi e azioni congiunte, per la cooperazione allo sviluppo dell'UE e dei suoi Stati membri, allineando l'azione europea all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in qualità di dimensione trasversale della strategia globale dell'UE.

Con la terza comunicazione relativa a un partenariato rinnovato con i Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Stati ACP), si propongono elementi per creare una nuova governance sostenibile anche nelle relazioni UE-ACP, nonché contribuire a costruire stati e società pacifici, stabili e ben governati.Vengono quindi ingenerate nuove sfide di governance, utilizzando nuovi modelli di partenariato per permeare i processi decisionali e politici a tutti i livelli attraverso i principi di universalità e integrazione.