FPA Annual Report, la trasformazione in corso della PA

Pubblicato Lunedì, 06 febbraio 2023

“Il 2022 per la pubblica amministrazione è stato caratterizzato da segnali forti e spesso contrastanti, di ottimismo e timore. Sono stati avviati molti processi nella giusta direzione, che non sempre hanno raggiunto i risultati attesi. Ora è necessario accelerare il rafforzamento della macchina organizzativa, valorizzando le persone, facendo rete tra attori pubblici e privati, riducendo le diseguaglianze tra i territori e agendo per una sburocratizzazione a tutti i livelli. Ma il segnale che viene dai cittadini è importante: gli italiani credono nella nuova PA, la riconoscono protagonista del cambiamento, ribaltando anche i classici stereotipi alla ricerca di un’esperienza professionale stimolante”.
Gianni Dominici, direttore generale di FPA, ha commentato così i risultati dell’ottava edizione del FPA Annual Report, lo studio che, partendo dai dati e dagli avvenimenti del 2022, offre una “guida alla lettura” dei principali fenomeni che stanno interessando la PA e dei futuri scenari di innovazione.

Il 2022 è stato un anno di importanti novità per la PA, ma è ancora presto per vedere i risultati concreti di queste iniziative. Oltre a uno sguardo d’insieme, il Rapporto dettaglia l’analisi su temi specifici quali il lavoro pubblico, il digitale, l’innovazione negli enti locali, la transizione ecologica, la sanità, la scuola.
In particolare in questo ultimo settore, il rapporto evidenzia come il PNRR rappresenti un’occasione unica per portare innovazione nella didattica e affrontare problemi cronici che ancora interessano il comparto della scuola come, ad esempio, il gap di apprendimento per cui in sette Regioni italiane il 50% degli adolescenti alla fine della scuola superiore non raggiunge le competenze adeguate di italiano o l’alto numero di NEET, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, o il forte scollamento con il mondo del lavoro.

Se ritardi e difficoltà permangono nella sanità e nella transizione digitale, un buon andamento si registra nel digitale e nell’innovazione negli enti locali. Nel 2022 si sono portati avanti grandi progetti per la digitalizzazione della PA, con la diffusione delle piattaforme nazionali proseguita a ritmi elevati, grazie alle amministrazioni locali, che hanno mostrato una capacità di sfruttarne le potenzialità. L’attuazione delle misure del PNRR per la PA digitale sta coinvolgendo i territori e si afferma la centralità degli enti locali nelle strategie di digitalizzazione.

Nel lavoro pubblico sono state avviate molte riforme che incidono sulla formazione e sul reperimento dei dipendenti pubblici, ma è ancora presto per vederne gli effetti: i dati raccolti nel Rapporto registrano che l’età media dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici si attesta intorno ai 49,9 anni; i giovani under 35 sono meno del 10%, le donne sono il 58,8%, ma nelle cariche apicali solo un terzo e tra gli incarichi direttivi solo il 28%. La spesa in formazione (dato 2020) è di circa 40 euro per dipendente. Ed è forte il disallineamento tra i titoli di studio posseduti (prevalentemente lauree in giurisprudenza/scienze giuridiche/diritto ed economia) e le professionalità richieste dal PNRR.

Ma il cambiamento avviato, gli interventi di innovazione spinti dal PNRR, hanno reso più attrattivo il settore pubblico agli occhi degli italiani, secondo quanto registrato da una ricerca di opinione pubblica, realizzata sempre da FPA nel mese di gennaio su un campione di oltre 500 cittadini rappresentativo della popolazione italiana, presentata contestualmente all’ottava edizione FPA Annual Report.
Gli italiani riconoscono i passi avanti compiuti nell’innovazione della PA. Il 67% riscontra benefici reali dalla digitalizzazione per cittadini e imprese. Ben il 64% degli intervistati, inoltre, ritiene oggi la PA un “datore di lavoro” attrattivo: il 22% perché pensa che nell’attuale contesto la PA possa offrire un’esperienza professionale importante e il 44% per la stabilità occupazionale. In particolare i più giovani auspicano l’ingresso nella PA per realizzare una valida esperienza lavorativa (il 29% di chi ha 18-34 anni, contro il 17% di chi ha oltre 54 anni) più che per ricercare il classico “posto fisso”.

Per saperne di più consulta FPA Annual Report.