Istat, occupati in calo nel terzo trimestre, scende la disoccupazione

Pubblicato Mercoledì, 12 dicembre 2018

Scende l’occupazione da luglio a settembre 2018 rispetto al trimestre precedente, in un contesto di calo della disoccupazione e aumento dell’inattività. Lo rileva l’Istat nell’indagine trimestrale sul mercato del lavoro. 

Diminuiscono soprattutto i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (-0,7% sul trimestre precedente e -1,5%, pari a un calo di 222.000 unità, rispetto al terzo trimestre 2017.

Contestualmente scende il tasso di disoccupazione (numero di persone che non hanno un lavoro e lo cercano sul totale della forza lavoro) al 10,2%. Nel confronto tendenziale, per il sesto trimestre consecutivo, prosegue la diminuzione dei disoccupati (-332 mila in un anno, -12,1%), che interessa entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età. Dopo dieci trimestri di calo ininterrotto, tornano a crescere gli inattivi di fascia 15-64 anni (+79 mila, 0,6%) a seguito dell’aumento tra i giovani.

Il tasso di occupazione (numero di persone con un impiego sul totale della popolazione in età lavorativa) resta stabile al 58,7%. Dal lato dell’offerta di lavoro, nel terzo trimestre del 2018, il numero di persone occupate diminuisce rispetto al trimestre precedente (-52 mila, -0,2%), a seguito del calo dei dipendenti permanenti e degli indipendenti non compensato dall’ulteriore aumento dei dipendenti a termine.

L’andamento tendenziale mostra una crescita di 147 mila occupati (+0,6% in un anno), dovuta ai dipendenti a termine e agli indipendenti (+316 mila e +53 mila, rispettivamente) a fronte del calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-222 mila).

Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro riflettono, spiega l’Istat, il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%), dopo quattordici trimestri di espansione. L’andamento economico in Italia è più debole di quello dei Paesi dell’area Euro, per i quali si registra una crescita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Con riferimento all’input di lavoro, nonostante la flessione congiunturale del Pil, nel nostro Paese si rileva una crescita delle ore lavorate sia su base congiunturale (+0,5%) sia in termini tendenziali (+1,2%).