Brexit, ipotesi di rinvio

Pubblicato Mercoledì, 16 gennaio 2019

Con 432 voti contro 202 la Camera dei Comuni inglese ha bocciato l’accordo con la Ue che avrebbe dovuto regolare la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Sugli scenari futuri ora c’è molta incertezza. "Oggi non è mai stato così forte il rischio di 'no-deal' (nessun accordo). Cercheremo di evitarlo, ma è nostra responsabilità anche essere lucidi e pronti a questa eventualità. In tempi strettissimi potremmo essere chiamati a varare misure d'urgenza", ha commentato il capo negoziatore della Ue, Michel Barnier, intervenendo al Parlamento di Strasburgo durante il dibattito su Brexit.

“Il rischio di un ritiro disordinato – ha dichiarato Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue – ora aumenta, auspico che il Regno Unito chiarisca al più presto le sue intenzioni”. Ora, infatti, si aspetta la decisione dei britannici: è molto probabile che chiederanno una proroga dei negoziati alla Ue e che i 27 Paesi membri la accolgano. Il 29 marzo dovrebbe, infatti, scattare la Brexit per lo scadere dei due anni di trattative - previsti dall’articolo 50 del Trattato Ue - iniziate il 29 marzo 2017 a seguito del referendum del giugno 2016.

Sarà anche importante la durata della eventuale proroga in vista delle elezioni europee, fissate per il 26 maggio prossimo e alle quali si escludeva la partecipazione dei cittadini britannici. Se la richiesta di proroga sarà fino al primo luglio il Regno Unito sarà escluso, poiché il Parlamento Ue si insedierebbe il 2 luglio; ma se la proroga dovesse essere fino al 31 dicembre, i britannici dovranno votare e poi, al momento dell’uscita dalla Ue, dovranno ritirare i propri eurodeputati.

Al momento, comunque, non si esclude nessuna ipotesi, neppure quella di un nuovo referendum, ipotesi che sembra suggerita dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: “Se un accordo è impossibile e nessuno vuole un non accordo, chi avrà finalmente il coraggio di dire qual è l’unica soluzione positiva?”.