Eurostat, la dispersione scolastica torna ad aumentare in Italia

Pubblicato Venerdì, 08 marzo 2019

Negli ultimi due anni è tornata a crescere la dispersione scolastica in Italia: dal 13,8% del 2016 al 14,5% del 2018. Il peggioramento è dovuto alla crescita della dispersione fra le ragazze (dall'11,2% al 12,1%), mentre quella maschile rimane invariata al 16,6%.

La Fondazione Agnelli ha composto i dati pubblicati da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea che ha recentemente aggiornato un indicatore rilevante sulla salute dei sistemi di istruzione e formazione: quello relativo alla quota di 18-24enni che hanno terminato gli studi privi di un diploma o di una qualifica, gli «early leavers from education and training». Si tratta della misura ufficialmente adottata in sede europea per quantificare il fenomeno dell'abbandono scolastico e formativo e seguirne l'evoluzione nel tempo.

Per l’Italia il dato del 2018 (ancora provvisorio) indica una netta risalita della quota nazionale di early leavers, dal 14 al 14,5%, dato in contrasto con quelli del recente passato che dalla fine degli anni '90 registrava un costante calo della dispersione, con la caratteristica che diminuiva in parallelo la dispersione maschile, sempre più alta, e quella femminile, più bassa. 

Le politiche realizzate in Italia avevano come obiettivo di rispettare la scadenza del 2020 dettata dall'Europa di scendere al 10% nella dispersione scolastica. Anche se per il 2018 non sono ancora disponibili i dati disaggregati a livello regionale, le rilevazioni degli anni precedenti permettono comunque di delineare un quadro nazionale molto disomogeneo, con territori che dovrebbero aver già conseguito - in anticipo rispetto alla scadenza del 2020 - l'obiettivo europeo del 10%  e le Isole dove invece la dispersione rimane superiore al 20%.