Reddito di cittadinanza, accordo positivo tra Governo e Regioni

Pubblicato Mercoledì, 13 marzo 2019

“Rispetto delle competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni e risorse reali; procedure più snelle per potenziare i centri per l’impiego con assunzioni a tempo indeterminato e un piano di rafforzamento degli stessi centri; un’intesa per dislocare un numero molto più ragionevole di cosiddetti navigator con una migliore definizione della loro funzione, che sarà solo di assistenza tecnica. Insomma un accordo complessivamente positivo perché più ragionevole, segno che la strada che le Regioni da mesi stavano indicando era quella giusta”. Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha così sintetizzato l’esito della Conferenza Unificata del 12 marzo scorso, in cui le Regioni hanno espresso il loro parere sul decreto reddito di cittadinanza e quota 100.

Per il via ibera all’accordo il Governo ha accolto gli emendamenti al decreto avanzati dalle Regioni: “L’accordo sugli emendamenti raggiunto con il Governo – ha spiegato Cristina Grieco, coordinatrice della Commissione Lavoro per la Conferenza delle Regioni – si basa su tre punti nodali che consentono di rispettare il ruolo delle Regioni e di potenziare stabilmente i centri per l’impiego”. I tre punti sono:

1) Un ‘piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive’, che avrà durata triennale, risorse aggiuntive - rispetto a quelle già previste dalla Legge di bilancio 2019 -   per 160 milioni di euro per il 2019, 250 milioni di euro per il 2020 e 50 milioni di euro per il 2021.

2) Il piano individuerà le Regioni che si avvarranno delle azioni di assistenza tecnica e le modalità operative di realizzazione dei singoli territori nel limite complessivo di 90 milioni di euro (pari a 3.000 unità assunte da Anpal servizi con contratti di collaborazione a tempo determinato). Interventi che saranno poi dettagliati in convenzioni fra le singole amministrazioni regionali e l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal). “Le restanti risorse inizialmente previste per altre 3.000 unità – ha spiegato Grieco - saranno invece ripartite alle Regioni, con un’intesa, per attività dei centri per l’impiego connesse all’erogazione del reddito di cittadinanza”.

3) Dal 2021 le Regioni sono autorizzate ad assumere a tempo indeterminato 7.600 unità di personale da destinare ai centri per l’impiego. Ma potranno anticipare al 2020 una parte di queste assunzioni.

“Il punto istituzionale fondamentale – ha precisato Grieco - è che l’intero piano deve nascere da una puntuale concertazione con le Regioni, garantita dal raggiungimento di una ‘intesa forte’ in sede di Conferenza Stato-Regioni e non più prevedendo solo un parere, come indicato nel testo approvato in prima lettura dal Senato”.

Anche il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si è detto soddisfatto per l’esito dei lavori: "Esprimo soddisfazione per l'accordo raggiunto in Conferenza sul decreto-legge del reddito di cittadinanza. Un lungo lavoro di mediazione tra le diverse posizioni sancisce l'avvio delle nuove politiche per il lavoro.