Scuola di Innovazione Sociale: a Perugia il kick off del programma dei laboratori formativi

Pubblicato Lunedì, 14 ottobre 2019

La Regione Umbria, nell’ambito dell’iniziativa “Scuola di innovazione sociale”, ha organizzato un programma di laboratori formativi diretti al rafforzamento delle competenze degli operatori pubblici e privati nella definizione di nuovi modelli di intervento nelle politiche sociali. 

L’obiettivo è innescare un processo di cambiamento che mobiliti i territori e i soggetti che in essi operano tanto sul fronte della pubblica amministrazione che del Terzo settore, dotandoli di strumenti adeguati (regolamenti comunali, procedure di co-programmazione e co-progettazione, accreditamento, partenariato) e al tempo stesso promuova un quadro di riferimento formalizzato a livello regionale (es. legge, regolamento, documento di indirizzo ecc.). 

Il 4 e 5 ottobre si è svolto a Perugia il primo modulo formativo, che ha segnato l’avvio dell’articolato percorso la cui conclusione è prevista nei primi mesi del 2020. Questa prima parte, di respiro prettamente tecnico giuridico, si è avviata con l’analisi del quadro di riferimento costituzionale letto alla luce della più ampia cornice del diritto euro unitario. Nello specifico ci si è focalizzati sull’esame dell’art. 118 della Costituzione, in particolare sul principio di sussidiarietà orizzontale ivi sancito, mettendolo in correlazione con il concetto di attività di interesse generale ed utilizzandolo quale chiave di lettura per evidenziare i fondamenti giuridici del Codice del Terzo Settore e della disciplina dell’impresa sociale (d.lgs. n. 112 e 117 del 2017) in connessione con il principio solidaristico, con quello di uguaglianza sostanziale e con le cosiddette libertà sociali.  È stato poi affrontato il tema delle modalità procedurali di erogazione dei servizi alla collettività, in un’ottica diretta a contemperare il principio di sussidiarietà con quello della concorrenza e di parità di accesso dei diversi operatori, approfondendo l’aspetto dell’alternatività e della pari legittimità delle forme di “affidamento” diverse dall’appalto previste dalla normativa di settore (co-programmazione, co- progettazione, accreditamento). 

L’esperienza del Comune di Brescia, in merito all’utilizzo di modelli procedurali che non comportino la conclusione di contratti pubblici, ha rappresentato il case study attorno al quale si è sviluppato il dibattito in termini di coerenza con il quadro giuridico, politico e istituzionale attuale e di trasferibilità in altri contesti territoriali.  La discussione ha evidenziato come la Direttiva Servizi (Direttiva 2006/123/CE) consenta, a determinate condizioni, l’esclusione dei servizi sociali dall’applicazione delle regole sulla concorrenza e come le Regioni dovrebbero cogliere l’opportunità offerta dall’autonomia costituzionale per individuare con norme, regolamenti o atti di indirizzo gli strumenti giuridici più opportuni per giungere ad una programmazione ed attuazione delle politiche di inclusione sociale in una logica partenariale, che consenta di valorizzare l’apporto del terzo settore. 

T.C.

In allegato il programma completo dei laboratori formativi; il modulo "Il principio di sussidiarietà: costruzione di strumenti condivisi" organizzato per il 22 e il 23 novembre è rinviato a data da definire.  



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