Ilo, effetto devastante della pandemia sui giovani lavoratori

Pubblicato Venerdì, 29 maggio 2020

La pandemia di Coronavirus ha avuto un effetto «devastante e sproporzionato» sui giovani lavoratori. Quello descritto dall’indagine dell'Ilo - Organizzazione mondiale del lavoro - è un quadro davvero critico: più di un ragazzo su sei ha smesso di lavorare per ragioni legate a Covid-19. Chi invece è riuscito a conservare il proprio posto, ha visto comunque ridursi l’orario di lavoro del 23 per cento. Inoltre tra i giovani, queste drammatiche statistiche riguardano soprattutto le donne.

"La crisi economica causata da Covi-19 sta colpendo i giovani, in particolare le donne, più duramente e più velocemente di qualsiasi altro gruppo - ha spiegato Guy Ryder, direttore generale dell’Ilo - Se non prendiamo provvedimenti significativi e immediati per migliorare la loro situazione, l’eredità del virus potrebbe restare tra noi per decenni. Se il loro talento e la loro energia vengono accompagnati da una mancanza di opportunità o abilità, tutto il nostro futuro verrà danneggiato, e la ricostruzione di una migliore economia post-COVID sarà molto più difficile».

In tutto il mondo, secondo l’Ilo, la perdita totale di ore lavorate è stata del 10,7 per cento tra il secondo trimestre del 2020 e quello dell’anno precedente, una perdita pari a 305 milioni di posti a tempo pieno.
Su scala planetaria, oltre a fermare l'occupazione giovanile, la pandemia sta anche interrompendo i percorsi d'istruzione e formazione, il che pone grandi ostacoli a chi cerca di entrare nel mercato del lavoro o di cambiare lavoro.
Nel 2019, il tasso di disoccupazione giovanile era pari al 13,6 per cento e già superiore a quello di qualsiasi altro gruppo.
Nel mondo, sono circa 267 milioni, ossia uno su cinque, i giovani che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione.

La crisi e l’emergenza sanitaria stanno cambiando il mondo del lavoro anche in Italia. "Da gennaio - ha spiegato Gianni Rosas, direttore dell'Ilo per l'Italia e San Marino - c'è stato un crollo dei contratti a tempo di 200 mila unità e delle assunzioni di 734 mila unità. L'impatto sul lavoro giovanile sarà catastrofico, perché era già un settore assai malconcio. La crisi provocata dalla pandemia sarà sproporzionata perfino rispetto a quella economica del 2009".

È dunque urgente, si legge nell'indagine, promuovere politiche su larga scala a sostegno dei giovani, tra cui programmi per l'occupazione e la formazione ad ampio spettro nei Paesi sviluppati, e programmi di lavoro nelle economie a basso e medio reddito. Vanno anche create misure per ambienti di lavoro sicuri e aumentati i tracciamenti dei contagi per mitigare l'impatto della pandemia. "Test rigorosi sono strettamente correlati a una minore distorsione del mercato del lavoro e a un impatto sociale sostanzialmente inferiore rispetto alle misure di confinamento e di isolamento", è scritto nell'analisi dell'Ilo.