Rapporto Auditel – Censis. Come il lockdown ha guidato la trasformazione digitale del Paese

Pubblicato Mercoledì, 21 ottobre 2020

Il lockdown vissuto nei mesi scorsi ha trovato impreparati molti italiani, che da una parte hanno sperimentato un vero e proprio isolamento digitale e dall'altra hanno dovuto, quando è stato possibile, equipaggiarsi rapidamente per tentare di coprire il gap tecnologico. Nel terzo rapporto Auditel-Censis “L’Italia post lockdown: la nuova normalità digitale delle famiglie italiane” i ricercatori hanno scattato una foto pre e post lockdown, che ha permesso di registrare una fortissima accelerazione nell’alfabetizzazione digitale del Paese imposta dallo stop a tutte le attività causa pandemia: nuovi device, nuove connessioni e più veloci, nuove abitudini di fruizione.

Sul fronte tecnologico dunque l'aspetto positivo del lockdown è stato questo: sono cresciute dell’1,4% le famiglie connesse, ma soprattutto è migliorata la qualità della connessione: le famiglie dotate di connessione sia fissa che mobile, infatti, sono aumentate del 12,4%, mentre quelle con sola linea mobile si sono ridotte del 32,8%; 11 milioni e 800mila famiglie, pari al 48,6% del totale, in cui vivono 32 milioni e 800mila individui, pari al 54,3% degli italiani, hanno svolto almeno un’attività online durante il lockdown; per 8 milioni e 200mila famiglie e 24 milioni e 300mila individui era la prima volta. Il 31,7% delle famiglie italiane ha fatto acquisti di prodotti non alimentari su internet; il 20,8% ha svolto attività di studio a distanza (per il 15,2% era la prima volta); il 17,5% ha lavorato in smart working (per l’11,3% era la prima volta). Sono inoltre aumentati gli italiani che si collegano alla rete (47 milioni e 200mila, pari all’80,6% della popolazione con più di quattro anni); è aumentata la frequenza dei collegamenti (42 milioni e 200mila italiani, pari al 72,1% della popolazione con più di quattro anni, si connettono tutti i giorni); ed è aumentato il numero dei device utilizzati.

Ma non per tutti è stato possibile far fronte all'ammodernamento tecnologico richiesto dalla situazione, chi non ha avuto la necessaria capacità di spesa è rimasto isolato. Nel 2019 sono quasi 3 milioni e mezzo le famiglie italiane che non dispongono di un collegamento ad internet e che quindi sono state impossibilitate a svolgere qualsiasi tipo di attività online; ma sono solo 300.000 le famiglie in cui c'è almeno un occupato o uno studente che risultano prive di collegamento.

Nel 2019, a fronte di una media Italia del 55% di famiglie che dispongono della banda larga su rete fissa, questa è presente nel 77% delle famiglie che si collocano nella fascia alta e medio alta e solo nel 19,8% di quelle con livello socio economico basso. Sono quasi 6 milioni le famiglie che si collegano al web solo con smartphone e conseguentemente non possono garantire la qualità delle loro prestazioni a distanza: nel 76,9% delle famiglie di livello socioeconomico basso non è presente in casa neppure un pc fisso o portatile o un tablet collegato a internet, quota che è del 10,2% tra quelle di livello socio economico alto.