Relazione annuale Banca d’Italia, Visco: “La ripresa si rafforza”

Pubblicato Martedì, 01 giugno 2021

“La risposta delle politiche economiche deve continuare a essere coordinata e coerente; le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese andranno ritirate con gradualità e solo quando il miglioramento del quadro congiunturale si sarà sufficientemente consolidato e l’incertezza significativamente ridotta”. È quanto riportato nelle considerazioni finali del presidente Ignazio Visco sulla Relazione annuale 2020 di Banca d’Italia, che sottolinea, però, che la ripresa si rafforza. "La crescita – ha precisato Visco - può superare il 4 per cento".

Una ripresa che “oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali", ma che ora dovrà puntare su altri stimoli. In Italia "cesseranno il blocco dei licenziamenti – ha spiegato Visco - le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti. E andrà (...) ridotto il fardello del debito pubblico sull'economia. Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e sviluppi inattesi".

La recente esperienza pandemica ha dato la consapevolezza del fatto che shock comuni richiedono l’utilizzo di uno strumento europeo in grado di affiancare la politica monetaria unica. E quindi è necessaria, secondo Visco, "una capacità di bilancio comune, accompagnata dalla revisione delle regole per le finanze pubbliche nazionali, dovrebbe fondarsi sulla possibilità di una stabile emissione di debito, garantita da fonti di entrata autonome". Ciò detto, chiarisce il governatore, "il debito volto a dare corso a una politica di bilancio europea sarebbe ben distinto dal debito pregresso dei singoli paesi, che resterebbe responsabilità nazionale".

Per Visco "nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, vi potrà essere un’accelerazione della ripresa. Secondo le nostre indagini più recenti le imprese già pianificano un deciso aumento degli investimenti; le famiglie appaiono più caute, ma con la normalizzazione della situazione sanitaria e la riduzione dell’incertezza l’elevato risparmio accumulato potrebbe gradualmente tradursi in maggiori consumi. Nella media dell’anno l’espansione del Pil potrebbe superare il 4 per cento". A questo può contribuire anche un intervento pubblico che, in questa fase, dovrà essere "più selettivo, concentrandosi nei settori che sconteranno ancora difficoltà legate alla crisi sanitaria e cercando di evitare di sussidiare imprese chiaramente prive di prospettive, pur garantendo il sostegno a chi è in esse occupato".

La “formazione adeguata” dei lavoratori, poi, è centrale secondo il governatore: da questa "dipende la possibilità per le imprese di fare leva su lavoratori e dirigenti qualificati. Dalla qualità complessiva del sistema dell’istruzione e di quello della formazione dipende la possibilità di accelerare l’inserimento nel mercato del lavoro e di favorire il miglioramento delle conoscenze lungo l’intera vita lavorativa. In Italia oltre 3 milioni di giovani tra i 15 e 34 anni non sono occupati, né impegnati nel percorso di istruzione o in attività formative; si tratta di quasi un quarto del totale, la quota più elevata tra i paesi dell’Unione europea".

Ricordando le sfide nella realizzazione del Pnrr e delle complesse riforme che lo accompagnano, Visco ricorda che "serviranno coesione e consapevolezza da parte di tutti - politica, istituzioni, parti sociali, cittadini - della assoluta necessità di far fronte nel tempo agli impegni assunti". Tra le priorità, "la riduzione dei divari territoriali nello sviluppo economico e sociale, oggi ancora più profondi dopo un decennio di stagnazione". Se gli interventi saranno efficienti, l'impatto del Pnrr "potrà portare a un aumento del livello del Pil tra i 3 e i 4 punti percentuali entro il 2026. Significativi effetti aggiuntivi, fino a 6 punti in un decennio, potranno derivare dalle riforme e dai piani di incentivo alla ricerca e all’innovazione".


Tutti i materiali relativi alla Relazione annuale sul 2020 sono disponibili sul sito della Banca d'Italia