Monitoraggio ITS, trend positivo per gli esiti occupazionali

Pubblicato Martedì, 08 giugno 2021

L’80% dei diplomati ITS (Istituti Tecnici Superiori) ha trovato lavoro a un anno dal diploma, il 92% degli occupati in un’area coerente con il percorso di studi. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: l’11,1% non ha trovato lavoro, il 4,1% si è iscritto ad un percorso universitario, il 2,7% è in tirocinio extracurricolare e il 2,4% è risultato irreperibile. Questi i principali risultati evidenziati dal monitoraggio nazionale 2021 dei percorsi ITS, realizzato da INDIRE su incarico del ministero dell’Istruzione. Il monitoraggio analizza gli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma delle studentesse e degli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019. La rilevazione si è concentrata sull’analisi dei 201 percorsi oggetto di monitoraggio perché terminati nel 2019, erogati da 83 Fondazioni ITS su 104 costituite al 31 dicembre 2019 con 5.097 studenti e 3.761 diplomati.

“A dieci anni dalla sua nascita - ha commentato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi - il sistema degli Istituti Tecnici Superiori continua a dimostrare la sua piena efficacia in termini di occupazione. Questi dati ci dicono, però, che possiamo fare di più ed è l'obiettivo della riforma alla quale stiamo lavorando e che presenteremo a breve”. “Gli ITS – ha precisato il ministro Bianchi - devono essere percepiti sempre di più come parte integrante del sistema nazionale di istruzione terziaria, con una loro autonomia e una loro più forte caratterizzazione nell’ambito dei cicli di studio”. “Il loro rilancio, al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio”, ha concluso il ministro.

I buoni dati occupazionali, secondo Giovanni Biondi, presidente di Indire, sono legati al fatto che gli ITS “propongono un’offerta strettamente integrata con il mondo economico e produttivo, valorizzando tanto il capitale umano quanto il sistema produttivo nazionale e dei territori” e propongono “un modello dinamico caratterizzato da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance costruita insieme alle imprese, dalla capacità di intercettare l’innovazione, in particolare sul fronte dell’uso delle tecnologie abilitanti proprie al piano Industria 4.0, dalla coerente ricerca sulle metodologie di apprendimento e di acquisizione di competenze per i nuovi lavori”.

Il punto di forza degli ITS sembra quindi essere nel legame col mondo produttivo. Il 44,6% dei 2.462 soggetti partner degli ITS con percorsi monitorati sono imprese e associazioni di imprese. Il 91% delle 4.043 sedi di stage sono imprese dove gli studenti sperimentano la digitalizzazione dei processi produttivi delle aziende.
La rete dei docenti, inoltre, è rappresentata per il 71% da professionisti provenienti dal mondo del lavoro che svolgono il 71% delle ore di lezione previste nei percorsi. Il 41,3% delle ore del percorso è realizzato in stage mentre il 27% delle ore di teoria è realizzato in laboratori di impresa e di ricerca.

Secondo i dati del monitoraggio, la platea degli ITS è formata da giovani in prevalenza maschi (il 72,6%) tra i 20 e 24 anni (il 42,4%) e 18-19 anni (il 38,0%), in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado ad indirizzo tecnico (il 59%). Costante e progressivo è anche l’incremento degli iscritti con diploma liceale (21%). Il 10,5 % degli iscritti risiede in una regione diversa rispetto alla sede del percorso. La percentuale degli iscritti fuori sede più significativa è per l’area tecnologica della Mobilità sostenibile (17,5%), che, insieme all'area Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, è il settore in crescita come tasso di occupati.

Per approfondire, in allegato la sintesi del monitoraggio nazionale ITS 2021, realizzato da INDIRE.



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