“Lavoro pubblico 2021”, la ricerca FPA sulla pubblica amministrazione

Pubblicato Martedì, 03 agosto 2021

Raggiunto il minimo storico, degli ultimi 20 anni, nel numero dei dipendenti nella pubblica amministrazione italiana, dipendenti che hanno in media 50 anni di età, sono scarsamente aggiornati (mediamente 1,2 giorni di formazione per dipendente l’anno), in difficoltà ad offrire servizi adeguati a imprese e cittadini (il 76% degli italiani li considera inadeguati, mentre gli europei insoddisfatti sono il 51%), eppure chiamata ad essere il motore della ripresa. Questa la fotografia scattata da FPA nello studio “Lavoro pubblico 2021”.

In questo contesto ora si inseriscono le risorse del PNRR, di cui 1,3 miliardi di euro saranno investiti nel miglioramento della capacità amministrativa delle PA centrali e locali; a questi si aggiungeranno ulteriori 400 milioni di euro di fondi strutturali UE e cofinanziamento nazionale, per un totale di 1,7 miliardi di euro. In particolare, sarà investito l’1,6% del totale previsto in politiche e strumenti per l’accesso e il reclutamento, a cui sommare 4,5 milioni del POC – Pon Governance; il 57,9%, pari a 734,2 milioni di euro, nella Buona Amministrazione, più 4 milioni investiti sul Pon Governance 2021-2023; il 40,5%, pari a 514,2 milioni di euro, in Competenze e Carriere delle persone, a cui vanno sommate risorse complementari per 392 milioni.

Dal confronto europeo, i lavoratori pubblici italiani in rapporto al totale non sono numerosi. Oggi in Italia opera nel settore pubblico il 13,4% dei lavoratori, meno che in Francia (che ha 5,6 milioni di dipendenti pubblici, il 19,6% del totale dei lavoratori), in Regno Unito (5,2 milioni, il 16%) o in Spagna (3,2 milioni, il 15,9%) ma più della Germania (4,8 milioni, il 10,8% del totale).

La pandemia ha avuto effetti su diversi aspetti del comparto. Prima della pandemia il ricorso a forme di lavoro agile era sostanzialmente irrilevante, circa l’1% nel 2019 secondo l’Istat. I provvedimenti del Governo hanno portato in smart working un dipendente della PA su tre (il 33%) nel secondo trimestre 2020. Un buon risultato, anche se avrebbero potuto essere oltre il doppio, considerando che il 64,9% delle professioni della PA si potrebbe svolgere anche a distanza. Lo smart working, oltre a far sperimentare alle organizzazioni pubbliche una modalità inedita di organizzazione del lavoro è stato determinante per preservare i posti di lavoro: nei primi tre trimestri del 2020, tra i diversi settori economici solo la PA non ha subito contraccolpi occupazionali della crisi (con posizioni lavorative e monte ore lavorate pressoché invariate).

La ricerca “Lavoro pubblico 2021” è disponibile sul sito di ForumPA; per la consultazione è necessaria l’iscrizione alla Community FPANet