Pubblica amministrazione, i dati del 7° Annual Report 2021 di FPA

Pubblicato Mercoledì, 02 febbraio 2022

Potenziamento della capacità amministrativa, aumento delle competenze interne, della digitalizzazione e della semplificazione amministrativa. Sono queste le azioni più urgenti da realizzare nella pubblica amministrazione per attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), secondo quanto riportato nella settima edizione dell’Annual Report di FPA, lo studio che riassume i principali fenomeni e gli scenari futuri della PA italiana.

In questo ultimo rapporto, si evidenzia come il 2021 sia stato un anno di transizione per la pubblica amministrazione, che ora è chiamata a gestire oltre 300 miliardi di euro tra PNRR e Fondi strutturali, contando al momento su una struttura con il minimo storico di dipendenti, alta anzianità, scarse competenze digitali e manageriali.

In vista dell’attuazione del PNRR è quindi necessario operare su più fronti, secondo quanto riportato nel 7° Annual Report FPA. Prima di tutto occorre far fronte alle carenze nell’ambito delle competenze, potenziando la formazione: secondo gli ultimi dati ufficiali della Ragioneria Generale dello Stato (2019) l’investimento complessivo in questo ambito è stato di 163,7 milioni di euro, 110 milioni in meno rispetto a 10 anni fa, per una media di 1,2 giorni di formazione l’anno. Una formazione che secondo i dati Istat si concentra soprattutto su competenze tecnico specialistiche (per il 45,2% dei partecipanti) e giuridico-normative (30,9%). Solo il 5% riguarda competenze digitali, il 2,3% project management. I laureati nella PA sono il 41,5%: tre su dieci in giurisprudenza, il 17% in economia, il 16% in scienze politiche o sociologia. Mancano professionalità tecniche e lauree in discipline STEM. Ora, ad inizio 2022, è stato presentato il Piano “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese”, Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di accompagnare all’assunzione di personale sempre più qualificato anche la formazione di chi già lavora nella PA.

Sul fronte della scuola, poi, settore tra i più colpiti dalla pandemia, l’Italia avrà circa 30 miliardi di euro dal PNRR per istruzione e ricerca, che saranno investiti, ad esempio, sulle competenze dei docenti, ma anche per il contrasto alla dispersione: il 13,1% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato la scuola alla licenza media, solo il 28% dei giovani 25 – 34 anni ha un titolo di studio di livello terziario (nella media OCSE il 44%). Una parte delle risorse, inoltre, andrà al recupero degli edifici inadeguati: oltre due terzi delle scuole italiane non sono accessibili, meno di una su due dispone del certificato di agibilità (42,1%), di collaudo statico (47,6%), il 55% non ha la mensa. 

Nel 2021 il Sistema Sanitario Nazionale ha subito una tensione senza precedenti a causa della pandemia, ma ora tra Missione Salute del PNRR (15,63 miliardi di euro), React-EU e Fondo Nazionale Complementare, le risorse disponibili per la Sanità ammontano a 20,22 miliardi di euro per il periodo 2021-2026, risorse che saranno divisi a metà tra riorganizzazione del territorio e potenziamento delle strutture tecnologiche degli ospedali.

Un’accelerazione nei lavori è prevista anche per la trasformazione digitale: l’Annual Report FPA ha registrato un andamento variabile nel corso del 2021, in cui l’aumento dei progetti nazionali per l’innovazione digitale non ha corrisposto sempre alla loro attuazione.

Sul fronte delle semplificazioni, poi, il 2021 è stato segnato dal decreto “Governance e semplificazioni”, che ha puntato a dimezzare i tempi delle valutazioni ambientali, ridurre i tempi di autorizzazioni per la banda ultra-larga, sbloccare il “superbonus 110%”, rafforzare il silenzio assenso e i poteri sostitutivi, accelerare appalti e opere strategiche. Si è trattato di una misura che ha favorito risultati positivi nel campo degli appalti pubblici. 

 

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