Politica di coesione, I risultati dell’ottavo Rapporto della Commissione europea

Pubblicato Giovedì, 10 febbraio 2022

La politica di coesione ha contribuito a ridurre le disparità territoriali e sociali tra le regioni della UE; grazie alla sua flessibilità, ha fornito il sostegno necessario e molto rapido agli Stati membri, alle autorità regionali e locali nel mezzo dei rallentamenti economici e della peggiore crisi degli ultimi tempi. A delineare questi risultati è l’ottavo Rapporto sulla coesione, pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 9 febbraio. Il documento stilato ogni tre anni sulla coesione economica, sociale e territoriale nella UE, presenta i progressi e il ruolo dell'Unione europea come motore dello sviluppo regionale, analizza l'evoluzione della coesione UE in base a un'ampia gamma di indicatori, come prosperità, occupazione, livelli di istruzione, accessibilità e governance.

In questo ultimo rapporto, la Commissione rileva che la politica di coesione è diventata la fonte di investimento più importante: il finanziamento è cresciuto dall'equivalente del 34% al 52% dell'investimento pubblico totale dal periodo di programmazione 2007-2013 al periodo di programmazione 2014-2020.

La politica di coesione ha fatto la differenza per molte regioni e persone dell'UE, ha aiutato a investire in una crescita più sostenibile ed equilibrata, con benefici a lungo termine; ha sostenuto le infrastrutture fisiche e digitali, l'istruzione e la formazione, le PMI e la transizione verde.

Nell'ambito di NextGenerationEU, REACT-EU ha fornito 50,6 miliardi di euro in più per sostenere la ripresa dalla pandemia, consentendo alle regioni e alle città di continuare a investire nella loro crescita mentre preparavano il periodo di programmazione 2021-2027.

Dal 2001, le regioni meno sviluppate dell'Europa orientale stanno recuperando terreno rispetto al resto della UE. Allo stesso tempo, tuttavia, molte regioni a reddito medio e meno sviluppate, in particolare nell'UE meridionale e sudoccidentale, hanno sofferto di una stagnazione o di un declino economico.

La convergenza tra gli Stati membri è accelerata, ma sono aumentate le disparità regionali interne all'interno degli Stati membri in rapida crescita.

L'occupazione è in crescita, ma le disparità regionali restano maggiori rispetto a prima del 2008. Il tasso di occupazione della UE è oggi più elevato rispetto a prima della crisi economica del 2008, ma non tutte le regioni si sono completamente riprese. Le disparità regionali sono ancora più elevate rispetto a prima della crisi economica. Nelle regioni meno sviluppate, i tassi di occupazione sono inferiori di 10 punti percentuali rispetto alle regioni più sviluppate. Questo divario non si è ridotto tra il 2013 e il 2020.

Nelle regioni meno sviluppate, la partecipazione degli adulti all'istruzione e alla formazione è meno della metà di quella delle regioni più sviluppate (5% contro 12%). È più probabile che i giovani adulti abbandonino presto l'istruzione e la formazione nelle regioni meno sviluppate (12%) rispetto alle regioni più sviluppate (9%). L'istruzione terziaria è cresciuta in tutte le regioni, ma il divario tra le regioni più e meno sviluppate rimane ampio.

Il divario di innovazione regionale in Europa è cresciuto, a causa della mancanza di investimenti in Ricerca & Sviluppo e delle debolezze negli ecosistemi di innovazione delle regioni meno sviluppate.

Il numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è diminuito di 17 milioni tra il 2012 e il 2019. La popolazione dell'UE sta invecchiando e comincerà a ridursi negli anni a venire. Nel 2020, il 34% della popolazione dell'UE viveva in una regione in diminuzione. Si prevede che raggiungerà il 51% nel 2040.

I nuovi programmi della politica di coesione 2021-2027, assicura la Commissione, continueranno a investire nelle regioni e nelle persone, in stretto coordinamento con il pacchetto NextGenerationEU. In particolare, nei prossimi anni, la politica di coesione continuerà a promuovere uno sviluppo equo e sostenibile in tutte le regioni UE, sostenendo nel contempo la transizione verde e digitale attraverso:

-un approccio globale e mirato allo sviluppo: finanziamento, governance, coerenza e sinergie con le politiche nazionali;

- politiche basate sul luogo, multilivello e guidate da partenariato, adattando il proprio sostegno ai territori più vulnerabili;

- Adattabilità continua alle sfide emergenti e inaspettate.

L'ottavo Rapporto sulla coesione alimenterà le discussioni del prossimo Forum sulla coesione in programma i prossimi 17 e 18 marzo, che riunisce rappresentanti delle istituzioni UE, autorità nazionali, regionali e locali di tutti gli Stati membri, parti sociali ed economiche, organizzazioni non governative e accademici. Il Forum discuterà di come la politica di coesione possa garantire che nessuna regione rimanga indietro nei cambiamenti strutturali in corso e che tutte le regioni possano trarre vantaggio dalle transizioni verde e digitale.


Per approfondimenti, è disponibile l’ottavo Rapporto sulla coesione della Commissione europea.