Consiglio europeo, uno studio evidenzia le attività del 2020

Pubblicato Martedì, 19 aprile 2022

Il monitoraggio dei danni e la gestione delle crisi causata dalla pandemia di coronavirus hanno caratterizzato il lavoro del Consiglio europeo nel corso del 2020. In uno studio appena pubblicato, sono stati raccolti i principali passaggi dell’attività svolta dal Consiglio e le principali trasformazioni nelle modalità operative influenzate dalla crisi pandemica.

A livello esecutivo, anche il Consiglio europeo ha dovuto optare per le riunioni in videoconferenza: a partire dalla sessione di marzo 2020, il passaggio agli incontri a distanza ha garantito una risposta veloce alle crisi sanitaria e sociale verificatesi con il diffondersi della pandemia.

Il Consiglio europeo ha poi affrontato la sfida principale della ripresa socioeconomica: i capi di Stato o di governo dell'Unione hanno negoziato un accordo per un ambizioso fondo per la ripresa collegato al nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027. I complessi e controversi negoziati sul QFP e sul recovery fund, culminati nel vertice straordinario a luglio 2020, hanno rappresentato un tratto saliente nella storia del Consiglio europeo.

Altro tema portante durante l’anno esaminato è stata la disputa sulla condizionalità dello Stato di diritto, che, sebbene in linea di principio risolta entro la fine dell'anno rispetto al pacchetto finanziario, è rimasta una questione profondamente divisiva tra i leader della UE.

Oltre alle attività legate al Covid-19, i leader dell'Unione hanno dovuto affrontare altre questioni nel 2020, come il cambiamento climatico e gli affari esterni. Le relazioni con Cina, Russia e Turchia, in particolare, hanno richiesto l'attenzione del Consiglio europeo, così come le relazioni con il Regno Unito, diventato un paese terzo dopo aver lasciato l'Unione alla fine di gennaio.

Per maggiori informazioni, consulta lo studio completo.