Banca Italia, i rischi derivanti dalla guerra nel nostro Paese

Pubblicato Mercoledì, 01 giugno 2022

Una "divisione del mondo in blocchi rischierebbe di compromettere i meccanismi che hanno stimolato la crescita e ridotto la povertà a livello globale", colpendo specialmente i Paesi più deboli. Divisione che potrebbe avere conseguenze anche sulle sfide globali, dal clima alla lotta alla povertà e al contrasto alle pandemie. Queste le parole del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, presentando le Considerazioni finali in occasione della pubblicazione della Relazione annuale sul 2021, lo scorso 31 maggio.

Citando Luigi Einaudi "frontiere aperte sono artefici di prosperità, perché: libertà di scambi economici internazionali vuol dire pace", Visco ha sottolineato che "la cooperazione internazionale non deve cedere il passo. La necessaria riflessione sul governo della globalizzazione non deve venire offuscata dalla sfiducia e dalle tensioni che derivano dal conflitto in atto; va invece coltivata con il massimo impegno, mantenendo aperto il dialogo, la speranza che la guerra, per la quale esprimiamo netta e totale condanna, cessi al più presto".

Le ripercussioni della guerra in Ucraina si stanno registrando in tutti i settori economici: "La guerra - ha spiegato Visco - ha radicalmente accentuato l'incertezza, l'attività produttiva si è indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso. In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest'anno e il prossimo".

Ma non solo. "L'aumento dei prezzi delle materie prime importate è una tassa ineludibile per il Paese" e, ha precisato il governatore, "l'azione pubblica può ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future; non può annullarne l'impatto d'insieme. Per quanto riguarda le famiglie, gli interventi calibrati in funzione della loro condizione economica complessiva anziché dei redditi individuali risultano più efficaci nel contrastare le ripercussioni dell'inflazione sulla disuguaglianza".

Inoltre occorre fronteggiare l’aumento dell’inflazione evitando "una vana rincorsa fra prezzi e salari". Tenendo conto che finora non sono stati registrati segnali di "trasmissione delle pressioni dai prezzi alle retribuzioni", secondo Visco, invece di una generale crescita delle retribuzioni agganciandole ai prezzi di alcuni beni, sarebbero opportuni "interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche" per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie.

In questo contesto, "l'elevato debito pubblico - si legge nelle Considerazioni finali - espone la nostra economia ad ampi rischi, inclusi quelli connessi con la volatilità dei mercati". E quindi "il ricorso al debito per finanziare nuovi programmi pubblici - tranne per quanto necessario per fare fronte a situazioni di reale emergenza - va evitato".

Il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) può rappresentare un valido aiuto all’economia del nostro Paese: il Piano “di dimensioni finanziarie importanti” può consentirci “di superare le debolezze che ne rallentano lo sviluppo- ha precisato Visco - per interrompere il ristagno della produttività, contrastare l’effetto delle tendenze demografiche sull’offerta di lavoro, ridurre il peso del debito pubblico, salito in misura considerevole con la crisi pandemica”; “offre la possibilità di colmare in tempi non lunghi parte dei ritardi accumulati nelle infrastrutture materiali e immateriali, di potenziare il sistema della ricerca, di migliorare quello dell’istruzione e di accrescere gli investimenti nelle nuove tecnologie, tutti elementi necessari per favorire un’accelerazione della produttività e il rafforzamento del potenziale di crescita dell’economia”.

 

 

Per approfondire, sono disponibili sul sito della Banca d'Italia le Considerazioni finali del governatore e la Relazione annuale sul 2021