Politica di coesione, il Consiglio approva l’ottava relazione

Pubblicato Martedì, 07 giugno 2022

I ministri della UE responsabili della politica di coesione (Consiglio Affari generali) hanno approvato le conclusioni del Consiglio sull'ottavo rapporto sulla coesione "Coesione in Europa verso il 2050", presentato lo scorso febbraio dalla Commissione europea e che analizza i progressi compiuti nella riduzione delle disparità territoriali nel corso degli ultimi dieci anni e delinea le sfide per i prossimi 30 anni, quando la transizione verde e digitale dovrebbero essere i motori della crescita nel Unione europea.

Durante l’ultimo incontro, dello scorso 2 giugno, i ministri hanno ribadito che l'obiettivo della politica di coesione è promuovere lo sviluppo armonico globale dell'Unione, mirando in particolare a ridurre le disparità tra i livelli di sviluppo delle diverse regioni e l'arretratezza delle regioni svantaggiate. Al centro dei lavori anche l'allineamento tra gli obiettivi europei comuni e le esigenze degli attori locali. 

Nelle conclusioni, il Consiglio riconosce che l’ottava relazione si colloca nel contesto di crisi (pandemia di Covid-19 e aggressione militare della Russia contro l'Ucraina) e sfide a lungo termine (come i cambiamenti climatici e demografici) che hanno un impatto asimmetrico sugli Stati membri della UE e Regioni. Proprio per questo la politica di coesione dovrebbe tenere debitamente conto delle esigenze e del potenziale dei territori, consentendo loro di indirizzare gli investimenti più rilevanti a livello locale.

Gli investimenti, ha sottolineato il Consiglio, dovrebbero essere orientati verso le opportunità di crescita offerte dalle transizioni verde e digitale per evitare nuove disparità. Inoltre il pilastro europeo dei diritti sociali sostiene le azioni degli Stati membri per una società più giusta e inclusiva, ma è necessario il rafforzamento dell'istruzione e della formazione professionale al fine per preparare meglio i cittadini ad affrontare le transizioni nelle nostre società.

Tra le criticità evidenziate, il Consiglio ha esaminato, in particolare, il disimpegno di alcune regioni (regioni rurali, regioni periferiche, regioni in transizione industriale, ecc.) e l'impatto di tale disimpegno sulle loro popolazioni; le difficoltà incontrate da molte regioni che, nonostante gli aiuti che ricevono, vedono ancora stagnare o addirittura regredire i propri livelli di sviluppo rispetto alla media europea. Su questi aspetti i ministri hanno discusso su quale possa essere la modalità più efficace perché la politica regionale europea possa sostenere ulteriormente gli attori locali, in modo che possano sviluppare le proprie risposte e soluzioni di fronte alle sfide comuni in termini di coesione.

Per il futuro, il Consiglio “attende con impazienza di aprire una riflessione sul futuro della politica di coesione dopo il 2027”, con l’obiettivo di definire una serie di regole più semplici ed efficaci ed evitare la tendenza a moltiplicare i fondi.


Per approfondimenti, in allegato le conclusioni del Consiglio sull’ottava relazione sulla politica di coesione.



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