Dispersione scolastica. Alle scuole le prime risorse previste dal PNRR

Pubblicato Giovedì, 21 luglio 2022

"La sfida comune è quella di riuscire a superare i divari di lungo periodo e a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alto livello di conoscenza che, partendo dalle criticità attuali, possa essere in grado di investire sulle competenze delle studentesse e degli studenti”. In una lettera inviata alle scuole beneficiarie dei primi fondi stanziati nell’ambito del Piano di riduzione dei divari territoriali e del contrasto della dispersione scolastica, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha voluto sottolineare le finalità di questa azione.

Coinvolte in questa prima fase di attuazione del Piano, che mette a disposizione complessivamente 1,5 miliardi di euro, 3.198 scuole secondarie di primo e secondo grado con studentesse e studenti nella fascia 12-18 anni, selezionate sulla base di indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico, alle quali le risorse saranno assegnate direttamente. I progetti pluriennali dovranno partire con il prossimo anno scolastico.

La lettera del ministro accompagna gli “Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole”, un documento pensato per guidare le scuole nell’utilizzo strategico delle risorse a disposizione, delinea alcune tipologie di azioni che possono essere messe in campo, scandisce un cronoprogramma ed evidenzia gli strumenti a supporto degli istituti in tutte le fasi del Piano.

"Gli orientamenti chiave per l’attuazione degli interventi nelle scuole  - ha spiegato il ministro Bianchi - forniscono le prime indicazioni operative, le finalità dell’investimento, le tempistiche e le principali misure attivabili, per iniziare a progettare azioni efficaci, partendo da un’analisi di contesto della scuola e dalle maggiori criticità sulle quali è necessario intervenire, anche attraverso progetti di rete con altre istituzioni scolastiche in modo da creare sinergie territoriali, collaborazioni e scambi”.

Nell’ambito della loro autonomia, le scuole dovranno predisporre azioni che abbiano una visione articolata in piani pluriennali, con l’obiettivo di costruire reti e rendere più forti i legami col territorio. Dovranno favorire sinergie, collaborazioni sistematiche e continuative e coinvolgere tutta la comunità educante – comprese le famiglie e il Terzo settore – anche tramite patti educativi. Le attività non dovranno essere circoscritte all’offerta curricolare: importante sarà la progettazione di percorsi di apprendimento extracurricolari, in un’ottica di apertura e di potenziamento delle competenze di ragazze e ragazzi. Centrale, nella definizione degli interventi, sarà l’orientamento soprattutto nella transizione tra scuola secondaria di primo e secondo grado. Nei casi di maggiore fragilità, si potranno prevedere percorsi di personalizzazione degli apprendimenti, oltre che attività di tutoraggio e una maggiore didattica laboratoriale. I progetti delle scuole dovranno essere strutturati anche per affrontare in modo preventivo eventuali segnali di disagio e situazioni di rischio.

All’interno di ciascuna scuola è prevista la costituzione di un team composto da docenti e tutor esperti per  sostenere nell’individuazione delle studentesse e degli studenti a maggior rischio di abbandono e nella progettazione e nella gestione degli interventi. Gli istituti scolastici avranno a disposizione anche Gruppi di supporto, attivati negli Uffici Scolastici Regionali, le équipe formative territoriali e la “Task force scuole”, che assicurerà il supporto tecnico-amministrativo, nonché la raccolta di dati e il monitoraggio delle attività.