Occupazione, i dati nei sistemi locali del lavoro

Pubblicato Venerdì, 21 aprile 2023

Un quadro del mercato del lavoro a livello dei sistemi locali per il 2021 è quanto fotografato nell’indagine Istat “Occupati residenti e persone in cerca di occupazione nei sistemi locali del lavoro (SLL)”.

L’Istat ha ricostruito, dal 2006 al 2021, le serie storiche delle stime dei principali aggregati del mercato del lavoro per i 610 Sistemi locali identificati sul territorio nazionale, focalizzando l’analisi sugli ultimi due anni della serie e sull’impatto, a livello locale, dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sul mercato del lavoro.

I sistemi locali del lavoro sono aggregazioni di comuni, definite non sulla base dei confini amministrativi, ma tenendo conto dei flussi di pendolarismo al loro interno. La serie storica degli indicatori è stata ricostruita a partire dal 2006 e include, oltre agli aggiornamenti nella definizione dei sistemi locali del lavoro 2011 a seguito delle variazioni amministrative dei comuni fino al marzo 2021, anche la modifica nella definizione dello status occupazionale imposta dal regolamento europeo 1700/2019 per l’Indagine sulle forze di lavoro.

Una rappresentazione, quindi, dettagliata che consente di ricavare indicazioni sull’eterogeneità del mercato del lavoro in Italia, sulla natura a ‘macchia di leopardo’ dei diversi contesti economici e su come le relazioni lavorative definiscano spazi socio-economici non necessariamente coincidenti con quelli amministrativi.

La prima misura del divario territoriale nel mercato del lavoro italiano è quella riferita al differente tasso di occupazione che caratterizza il Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno: nel Centro-Nord è occupato il 48,8% dei residenti con almeno 15 anni di età; nel Mezzogiorno la quota scende al 34,4%. Differenze molto marcate si osservano anche per il tasso di disoccupazione: nel Centro-Nord il 6,7% della forza lavoro è in cerca di occupazione contro il 16,4% del Mezzogiorno. 

Nell’anno 2021, ordinando i SLL per valori crescenti del tasso di occupazione e dividendoli in quattro gruppi, il quarto con i valori più elevati è composto da 86 SLL del Nord-est, 50 del Nord-ovest e 15 del Centro; non è presente alcun SLL del Mezzogiorno.

Se i SLL vengono ordinati per valori crescenti del tasso di disoccupazione, il quarto con i livelli più bassi include 96 SLL nel Nord-est, 43 nel Nord-ovest, 13 nel Centro e solo due nel Mezzogiorno.

La dinamica osservata tra il 2019 e il 2020 mostra una generalizzata diminuzione dell’occupazione (una variazione negativa si registra in 608 SLL su 610) mentre nel 2021 si registra una diffusa ripresa dell’occupazione (in 510 SLL su 610) che, tuttavia, non è stata sufficiente a colmare le perdite dell’anno precedente. Rispetto al 2019, nel 2021 l’occupazione risulta infatti ancora in calo nel 38,1% dei SLL del Centro, nel 24,4% dei SLL del Nord-est e nell’11,3% del Nord-ovest, mentre nel Mezzogiorno il 93,2% dei SLL ha registrato una dinamica positiva.

La riattivazione del mercato del lavoro nel 2021 si lega anche al diffuso aumento della disoccupazione, osservato in 348 SLL (il 65% del totale). Tra il 2019 e il 2020, infatti, ben 521 SLL avevano registrato una variazione negativa della disoccupazione per effetto delle restrizioni imposte dalla pandemia che hanno limitato la ricerca attiva di lavoro.

Nel 2021 solamente 42 SLL (la maggior parte nel Mezzogiorno) sono ritornati ai livelli di occupazione pre-pandemia: 16 del Made in Italy (di cui 11 dell’Agro-alimentare), tre della Manifattura pesante, sei dell’Industria non manifatturiera e 17 senza specializzazione.

Per maggiori informazioni consulta l’indagine Istat “Occupati residenti e persone in cerca di occupazione nei sistemi locali del lavoro”.