Censis, la fotografia del Paese nel Rapporto annuale

Pubblicato Lunedì, 04 dicembre 2023

“Molte scie, nessuno sciame; una direzione, pochi traguardi”. Un Paese senza direzione, che per l’80% degli italiani è in declino, senza aspirazioni, e sempre più senza giovani: dal 2003 a oggi ne abbiamo persi tre milioni, nel 2050 saranno 8 milioni, poco più del 15% della popolazione. Il Rapporto Annuale del Censis, giunto alla 57a edizione, interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase congiunturale che stiamo vivendo.

Il Rapporto descrive una società in cui i meccanismi di mobilità sociale si sono usurati, in cui l’80% degli italiani pensa di vivere in un Paese in declino, una popolazione di impauriti e inerti come sonnambuli: “non vedono, non costruiscono il futuro, sono ripiegati su se stessi e hanno paura”.

Nell’analisi del Censis trovano spazio anche i temi legati all’economia, in rallentamento dopo la fine dell’espansione monetaria, la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

Il gap tra domanda e offerta di capitale umano è ancora un dato presente nel Paese. L’85,9% degli italiani e l’89,1% degli studenti affermano che la scuola è troppo distante dal mondo del lavoro. Si stima un fabbisogno occupazionale tra il 2023 e il 2027 pari a quasi 1,3 milioni di laureati o diplomati Its: in media, circa 253.000 all’anno a fronte dei 244.200 effettivamente previsti. Nei prossimi anni, stima il Censis, ci sarà un fabbisogno inevaso di almeno 8.700 persone con formazione terziaria ogni anno, per un totale di 43.700 nell’intero periodo considerato, di cui circa l’80% costituito da laureati in discipline Stem, economiche, statistiche, sanitarie e giuridiche. 

I giovani in Italia sono pochi e in futuro saranno ancora meno: oggi i 18-34enni sono 10.293.593: negli ultimi vent’anni si sono ridotti di oltre 2,8 milioni. Erano il 23,0% della popolazione nel 2003, sono scesi al 17,5% nel 2023 e tra vent’anni, nel 2043, si ridurranno al 16,4% del totale. I Neet 15-29enni, che non studiano e non lavorano, sono il 19,0% del totale, a fronte di una media europea dell’11,7%; il 26,8% dei 18-24enni (oltre un milione) ha al più la licenza media e di questi l’11,5% (oltre 460.000) è classificabile come early school leaver, avendo lasciato precocemente gli studi.

Tra i giovani 25-34enni i tassi di occupazione sono particolarmente bassi, collocando il nostro Paese all’ultimo posto in Europa: il 66,1% il 79,0% medio. Ma confermano il vantaggio competitivo associato al conseguimento di titoli di studio più elevati. Nel 2022 il tasso di occupazione dei 25-34enni con la licenza media è del 53,9%, sale al 67,6% tra chi è in possesso del diploma e arriva al 72,8% tra i laureati. Studiare più a lungo in Italia avvantaggia soprattutto le donne. Tra le 25-34enni il possesso di un titolo di scuola secondaria di secondo grado o post-secondario sviluppa un differenziale, rispetto a chi si ferma a titoli di studio inferiori, di ben 23,5 punti percentuali. Un ulteriore incremento, di 15,3 punti percentuali, rispetto a chi possiede titoli di secondaria di secondo grado o post-secondaria si ottiene con il possesso di un titolo di studio terziario. Se si restringe l’analisi ai soli 30-34enni, il vantaggio occupazionale della laurea rispetto al diploma tra le donne diventa ancora più marcato, salendo a 23,5 punti percentuali, mentre quello degli uomini si ferma al 3,2 punti percentuali di differenza. 

Sul fronte dell’occupazione, comunque, si sono registrati dati incoraggianti: la recente fase espansiva dell’occupazione ha portato a un recupero dei livelli di impiego precedenti la pandemia: il 2, 4% in più tra il 2021 e il 2022 e nel primo semestre si sono contati quasi 23 milioni 500 mila. Il dato più elevato di sempre. Il numero degli occupati nel 2022 rispetto a quattro anni fa si attesta sui 60.000 in più (+0,6%). Si registra tra i due anni una variazione negativa del 2,2% delle professioni qualificate e tecniche. 

Per approfondimenti, consulta il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023.