Governance economica UE, accordo sulla riforma del sistema

Pubblicato Martedì, 13 febbraio 2024

Maggiore pianificazione a medio termine; maggiore titolarità da parte degli Stati membri all’interno di un quadro comune; un aggiustamento fiscale più graduale per riflettere gli impegni verso investimenti e riforme. Sono questi gli elementi cardine dell’accordo raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio, lo scorso 10 febbraio, sulla riforma del quadro di governance economica della UE dopo la crisi economica e finanziaria.

La Commissione europea ha accolto con favore l'accordo siglato: “È una buona notizia per l’economia europea”, ha commentato il commissario UE per l’Economia Paolo Gentiloni. “Si conclude un lungo viaggio per la riprogettazione delle regole fiscali della UE. I testi concordati, pur essendo diversi e più complessi rispetto alla nostra proposta iniziale, ne preservano gli elementi fondamentali”, ha precisato il commissario.

Gli obiettivi principali del quadro sono rafforzare la sostenibilità del debito degli Stati membri e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme che favoriscano la crescita e investimenti prioritari. 

Le riforme affrontano le carenze del quadro attuale: cercano di garantire che il quadro sia più semplice, più trasparente ed efficace, con una maggiore titolarità nazionale e una migliore applicazione. Tengono conto della necessità di ridurre i crescenti livelli di debito pubblico, anche a seguito della pandemia di Covid-19, in modo realistico, graduale e duraturo. Il nuovo quadro si basa anche sugli insegnamenti tratti dalla risposta politica dell’Unione alla crisi finanziaria, quando la mancanza di investimenti ha ostacolato una rapida ripresa economica.

Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno ora adottare formalmente l’accordo politico, che entrerà in vigore il prossimo anno, sulla base di piani che saranno presentati dagli Stati membri. Nel 2024, la sorveglianza fiscale si baserà sulle raccomandazioni specifiche per paese già emanate nella primavera del 2023.

Per maggiori dettagli consulta l'informativa del Parlamento europeo