Presentato il secondo "Rapporto sulla qualità nella scuola"

Pubblicato Lunedì, 09 maggio 2011

Una panoramica completa sulla scuola italiana è stata offerta dal secondo Rapporto sulla qualità nella scuola, presentato a Roma lo scorso 5 maggio.
Lo studio, redatto e curato dalla rivista Tuttoscuola, raccoglie un'ampia serie di dati, tratti da fonti ufficiali, elaborati in modo tale da costituire un sistema di indicatori oggettivi utili alla comprensione della realtà e della qualità della scuola del nostro Paese.
"Abbiamo esaminato 96 indicatori - ha spiegato il direttore Giovanni Vinciguerra - e ad ogni voce abbiamo dato un peso diverso a seconda dell'importanza". I darti presi in considerazione vanno da numero di alunni per classe ai voti degli studenti, dalla disponibilità del tempo pieno alle assenze dei docenti.
Il quadro tratteggiato in questo secondo Rapporto mostra un Nord ancora avanti nella qualità del sistema di istruzione, ma anche un Sud in notevole ripresa. Se da una parte il Sud in questo è stato aiutato dalla disponibilità di risorse e nel limitare il precariato, dall'altra, secondo Giuseppe De Rita, presidente del Censis, è ancora deficitario in termini di qualità dell'offerta scolastica e ha ancora alti tassi di dispersione: sono questi i due nodi su cui dovrà lavorare che intende fare "politica scolastica".
"Il miglioramento del Sud - ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, intervenendo alla presentazione - è un elemento che fa ben sperare". Anche se resta ancora molto da fare sia sul tema della dispersione scolastica, sia sull'ampliamento dell'offerta formativa, ad esempio. 
Lo stesso ministro ha precisato che tra i pregi del Rapporto vi è sicuramente quello di poter offrire un quadro oggettivo e non di parte della situazione scolastica italiana: tutto questo non può che facilitare il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti sul tema.
Nel suo intervento, Patrizio Bianchi, assessore all'istruzione e formazione della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato l'importanza del dialogo tra governo e Regioni per garantire un'educazione sempre più competitiva e al passo con i tempi, cominciando con gli investimenti sulla formazione degli insegnanti. Concentrandosi, poi, su tre fattori cruciali: condurre una riforma che abbia al centro il valore delle persone, delle risorse umane, investire maggiori risorse e trovare un adeguato dialogo paritario tra mondo scolastico e imprese. Ma l'elemento davvero cruciale secondo l'assessore, per condurre al meglio questa riforma, è l'assegnazione alle Regioni di un effettivo potere gestionale in materia.