Banca d'Italia, presentata la Relazione annuale sul 2016

Pubblicato Mercoledì, 31 maggio 2017
“Le difficoltà che abbiamo affrontato in questi critici anni sono state pesanti; le sfide che restano impegnative”. Con queste parole il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco illustra nelle Considerazioni finali i risultati raccolti nella Relazione annuale sul 2016 redatta dal suo istituto.


La crescita dell’economia italiana in questo ultimo anno è proseguita; l’espansione dell’attività economica ha riguardato tute le aree del Paese, ma i risultati si mantengono ancora al di sotto del periodo precedente la crisi: “Il percorso per riportare l’Italia sulla strada della crescita è iniziato, ma deve rafforzarsi”. La via della ripresa è indicata dal governatore nel rilanciare la produttività, l’occupazione, l’innovazione.


Sul fronte dell’occupazione, l’espansione è continuata e si è diffusa, proseguendo il trend avviato nella seconda metà del 2014. La crescita della domanda di lavoro si è estesa anche alle categorie maggiormente colpite dalla precedente lunga recessione: i più giovani, i meno istruiti e i lavoratori delle regioni meridionali. Nel settore privato il numero di lavoratori dipendenti, sostenuto dai forti sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, è tornato sui livelli antecedenti la crisi. Sono ancora aumentate le posizioni lavorative permanenti. Nei primi mesi del 2017 la dinamica complessiva dell’occupazione è rimasta positiva grazie soprattutto a posizioni lavorative a termine.


I margini di capacità lavorativa inutilizzata restano ampi. Le ore lavorate per occupato rimangono inferiori di circa cinque punti percentuali rispetto ai livelli precrisi. Anche per effetto di un significativo aumento dell’offerta di lavoro, il tasso di disoccupazione si è ridotto di due decimi di punto, all’11,7 per cento, un livello ancora quasi doppio rispetto a quello del 2007.

La crescita dell’offerta di lavoro rispecchia la tendenza all’aumento dei livelli di istruzione media della popolazione e della partecipazione femminile, in atto già dal periodo precedente la crisi. Vi hanno contribuito anche le recenti riforme pensionistiche e, lo scorso anno, la riduzione del numero di coloro che si dichiarano scoraggiati nella ricerca di un impiego. Il tasso di attività rimane tuttavia di oltre otto punti inferiore a quello dell’area dell’euro.


Per migliorare il mercato del lavoro occorre che cresca la produttività, e per farla crescere occorrono investimenti pubblici, occorre investire nelle nuove tecnologie. "Solo l'innovazione nella produzione di beni e servizi – ha precisato Visco - è in grado di assicurare allo stesso tempo aumento dei redditi e più elevata occupazione in quantità e qualità. Andranno colte tutte le occasioni che l’innovazione oggi offre per sviluppare un’economia robusta, una finanza stabile e utile, un sistema sociale più giusto”.


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