Servizi per l’impiego, le Regioni in audizione al Senato

Pubblicato Giovedì, 02 agosto 2018

“La necessità di un effettivo rilancio dei servizi pubblici per l’impiego, accanto ad una modalità di proficua e corretta integrazione con gli operatori privati accreditati, è ancora una questione di grande attualità e di drammatica urgenza, in un mercato del lavoro con persistenti criticità occupazionali ed emergenti vulnerabilità sociali ed in cui ancora troppo bassa appare la quota di persone che viene intercettata dai servizi pubblici”. Così Cristina Grieco, coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha introdotto la posizione delle Regioni, lo scorso 1° agosto, nel corso dell’audizione avviata dall’XI Commissione permanente – Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale - del Senato per approfondire la tematica dei servizi pubblici per l'impiego, sia in Italia sia all'estero.

Nel corso dell’audizione l’assessore Grieco ha precisato che con la recente “regionalizzazione” del personale dei CPI, le Regioni hanno raccolto una grande scommessa: credere con fermezza nel ruolo dei servizi pubblici, in complementarietà virtuosa con quelli privati accreditati, e ribadire con decisione la volontà dei territori di investire su una rete moderna e integrata di CPI, quale diritto primario di cittadinanza da garantire alle persone.

“L’obiettivo condiviso – ha spiegato l’assessore Grieco - è quello di portare questi indispensabili servizi pubblici a livelli di efficienza, almeno paragonabili a quelli dei principali partner europei. Per far ciò – ha proseguito - occorre concentrare l’impegno su diversi fattori e fronti complementari. Un lavoro che può articolarsi in nove punti che dovranno vedere l’impegno congiunto del Governo, delle Regioni e del Parlamento”.

I nove punti elencati dall’assessore sono:

1) incremento delle risorse professionali. In particolare, un raddoppio delle risorse umane dei CPI rispetto l’attuale dotazione organica, assunte fin da subito con contratti a tempo indeterminato, per non creare un ulteriore contingente di personale precario, adibito a offrire servizi per un mercato del lavoro che si vuole rendere meno occasionale e incerto;

2) incremento e stabilità delle risorse finanziarie destinate ai servizi per l’impiego;

3) significativo programma di formazione e motivazione degli operatori;

4) realizzazione a livello nazionale di un piano straordinario di ammodernamento delle strutture e degli strumenti, con particolare riferimento a quelli informatici;

5) previsione di canali stabili per il sostegno degli oneri ordinari di funzionamento dei CPI (tra cui, ad esempio, le spese per gli immobili, le sedi, le dotazioni tecniche e informatiche, le utenze);

6) rinnovamento organizzativo, adottando approcci e modelli gestionali orientati al service management e alla cultura della qualità del servizio;

7) potenziamento del rapporto con le imprese e con gli altri attori del mercato del lavoro;

8) sviluppo dell’utilizzo di ICT e delle nuove tecnologie e, in questo ambito, l’implementazione del Sistema Informativo Unitario (SIU) e l’amministrazione centrale, d’altra parte, è chiamata ad investire in modo più consistente sull'interoperabilità e i sistemi di cooperazione applicativa, evitando l'implementazione a livello centrale di nuovi servizi;

9) implementazione sostenibile e progressiva dei LEP, sul modello di quello che avviene nel settore della sanità con riferimento ai Lea (livelli essenziale di assistenza).

 

Per approfondire, in allegato il documento predisposto dalle Regioni presentato in audizione.

L’indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l'impiego, sia in Italia sia all'estero, è stata avviata lo scorso 12 luglio: sul sito del Senato sono disponibili tutti gli interventi presentati.



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