Rapporto Istat 2020, gli effetti del Covid-19 in Italia

Pubblicato Lunedì, 06 luglio 2020

Un quadro economico e sociale "eccezionalmente complesso e incerto" in Italia quello fotografato nel Rapporto annuale 2020 dall'Istat. Naturalmente a caratterizzare fortemente l'andamento è stata la pandemia da Covid-19 e l'attuazione del lockdown. Al rallentamento congiunturale del 2019, infatti, si è sovrapposto l’impatto della crisi sanitaria e, nel primo trimestre, il Pil ha segnato un crollo congiunturale del 5,3%.

I segnali più recenti includono inflazione negativa, calo degli occupati, marcata diminuzione della forza lavoro e caduta del tasso di attività, una prima risalita dei climi di fiducia. "Il percorso di ripresa - si legge nel Rapporto Istat - è previsto rafforzarsi nella parte finale dell'anno, producendo un effetto di trascinamento positivo sui risultati del 2021 che,  in media d'anno, segnerebbero un ritorno a una crescita significativa del Pil (+4,6%)".

Sul versante del lavoro, Istat rileva che tra il 2014 e il 2019, l’occupazione è cresciuta in maniera pressoché continua, seppure con ritmi gradualmente meno intensi (da +293 mila nel 2016 a +145 mila nel 2019). L’espansione è proseguita nella prima metà del 2019, ma il generale rallentamento dell’economia ha causato un moderato calo nella seconda parte dell’anno. La povertà assoluta tra il 2014 e il 2019 è rimasta stabile dopo il raddoppio del 2012 e ha segnato una diminuzione, soprattutto nel Meridione, solo nel 2019. Nel 2020, dopo la sostanziale stagnazione dei primi due mesi (-0,1 per cento a gennaio e +0,1 per cento a febbraio), il sopraggiungere dell’epidemia ha colpito il mercato del lavoro causando una riduzione di 124 mila occupati (-0,5 per cento) a marzo, più che raddoppiata ad aprile (-274 mila, -1,2 per cento).

A causa delle limitazioni nella possibilità di ricerca di lavoro, l’aumento degli inattivi ha implicato che l’effetto della crisi non si sia trasferito immediatamente sul tasso di disoccupazione. Nei mesi di marzo e aprile, nonostante la caduta dell’occupazione, si è registrata una marcata diminuzione della disoccupazione (-484 mila, -23,9 per cento), associata a un eccezionale aumento dell’inattività (+746 mila, +5,4 per cento). Dai dati provvisori sulle forze di lavoro emerge inoltre che i lavoratori in Cig ad aprile - nella settimana di intervista - sono stati quasi 3,5 milioni.
"Nella difficile situazione economica generata dalle misure di contrasto alla pandemia, la presenza di una consistente porzione di occupazione non regolare rappresenta un ulteriore fattore di fragilità per un numero elevato di famiglie". Si legge nel Rapporto. Durante il lockdown è aumentata la diffusione dello smartworking: la quota di chi ha lavorato da casa, almeno per alcuni giorni nell'arco del mese, è aumentata, coinvolgendo più di 4 milioni di occupati.
Un'altra caratteristica rilevante è stata evidenziata nel Rapporto Istat 2020: il segno distintivo del Paese nella fase del lockdown è stato di forte coesione, che si è manifestata nell’alta fiducia che i cittadini hanno espresso nei confronti delle istituzioni, impegnate nel contenimento dell’epidemia e in un elevato senso civico verso le indicazioni sui comportamenti da adottare.

Per approfondimenti leggi il "Rapporto annuale 2020. La situazione del Paese", disponibile sul sito Istat.