Mercato del lavoro. Cnel: “Si rischia situazione esplosiva”

Pubblicato Martedì, 12 gennaio 2021

Il 2021 si mostra “con più ombre che luci” secondo quanto rilevato dal Cnel e presentato oggi nel XXII Rapporto sul mercato del lavoro. La pandemia da Covid -19 ha inciso in modo evidente anche sul mondo del lavoro e gli effetti negativi si registreranno ancora nei prossimi mesi: la fine del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione con causale Covid rischiano, secondo il Cnel, di rendere la situazione sociale “esplosiva”.

Calo dell'occupazione, aumento della povertà e della dispersione scolastica, crescita delle disuguaglianze sono fenomeni già registrati nel corso del 2020 e che rischiano di accompagnarsi, nel 2021, all'aumento del sommerso e alla crescita delle difficoltà di inserimento nel mercato soprattutto per giovani e donne.
In questo contesto c'è inoltre la possibilità che il tasso di neet – coloro che non studiano, non lavorano, non seguono un percorso di formazione – vada ad innalzarsi ulteriormente: secondo il Cnel la didattica a distanza, legata al rischio di contagio, ha esposto a una forte crescita del rischio di dispersione scolastica e frizioni sociali.

L'impatto della crisi, poi, ha alterato il funzionamento del mercato del lavoro come dell'economia, con impatti diversificati per settori, territori e per gruppi sociali, allargando divergenze e disuguaglianze storiche.
“Quando questa crisi sarà passata – ha dichiarato Tiziano Treu, presidente del Cnel - ci troveremo con la peggior combinazione – in Europa e in Italia – di alto debito pubblico, bassa natalità, bassa presenza di under 35 nel sistema produttivo italiano”.

Nel Rapporto, articolato in 15 capitoli, quest’anno trovano spazio anche analisi sul lavoro degli immigrati e dei disabili e un capitolo che analizza entità e uso dei fondi europei contenenti incentivi alle imprese per le assunzioni, un insieme di risorse a disposizione specie del Mezzogiorno, che fra il 2015 e 2019 ha beneficiato un gran numero di aziende e di lavoratori di quei territori e finanziato fra l’altro le assunzioni della garanzia giovani. Secondo il Cnel, comunque, i contratti incentivati manifestano una buona tenuta nel tempo, ma non aiutano a correggere le tendenze del mercato, in particolare i divari di genere che vanno a scapito della occupazione femminile, e producono effetti non univoci sulle decisioni delle imprese relative alle assunzioni.

In allegato il XXII Rapporto Cnel sul mercato del lavoro

 

 

 



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