Rapporto FPA. Meno burocrazia, più competenze e digitalizzazione nella PA per il rilancio del Paese

Pubblicato Giovedì, 04 febbraio 2021

L’esperienza della pandemia ci ha mostrato una pubblica amministrazione composita, che ha saputo reagire per una causa comune e si è dimostrata aperta al confronto. Ma accanto a questo ha mostrato i problemi e le carenze che la caratterizzano da anni. Il 2021 dovrà quindi essere l’anno del cambiamento perchè la pubblica amministrazione sostenga l’Italia del futuro. Sburocratizzare, semplificare e velocizzare le procedure; rinnovare le risorse umane, con formazione e motivazione della dirigenza; spingere la digitalizzazione è tutto ciò di cui necessita la PA per garantire la ripresa e la resilienza.

Il sesto Rapporto Annuale di Forum PA sullo stato della Pubblica Amministrazione fotografa quindi un settore impegnato nel far fronte alle difficoltà nel 2020, ma che necessita di una rapida evoluzione. “Ora, davanti alla sfida della ripresa e della resilienza, la PA non ha bisogno di un’ennesima ‘riforma del secolo’, fatta di decine di decreti-legge – ha spiegato Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA - ma di rinnovamento, cura, accompagnamento e attenzione: servono più giovani nelle amministrazioni, maggiore focalizzazione sulle missioni e sui risultati attesi, più attenzione alle persone, alla partecipazione e all’ascolto di tutta la società”.

Il Rapporto registra che i dipendenti pubblici italiani sono 3,2 milioni, con un’età media di 50,7 anni, di cui il 16,9% over 60. Il numero di pensionati sta per raggiungere quello degli impiegati: al 1°gennaio 2020 sono circa 3 milioni e destinati a salire, con 540.000 dipendenti pubblici che hanno compiuto 62 anni e 198mila che hanno maturato oltre 38 anni di anzianità.

In questa condizione, il 2020 è stato l’anno dello smart working "forzato" e massivo dei dipendenti pubblici, per la maggioranza un’esperienza completamente nuova: nel sondaggio FPA di maggio 2020 per l’87,7% di loro è stata la prima volta. Ma il bilancio è positivo: l’88% dei dipendenti ha giudicato l’esperienza di successo, il 69,5% ha potuto organizzare e programmare meglio il lavoro e il 34,9% ha lavorato in un clima di maggior fiducia.

Sulle competenze dei dipendenti sembra mancare una visione strategica: in 10 anni la spesa in formazione si è quasi dimezzata, -41%. Dal 2008 al 2018 si è passati da 262 a 154 milioni di euro di investimento, 48 euro per ciascun dipendente, offrendo una media di 1,02 giorni di formazione l’anno a persona. La mancanza di formazione ha svelato tutte le sue gravi conseguenze in piena pandemia, specie sul digitale, a causa della remotizzazione del lavoro. La risposta italiana è stata la pubblicazione della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali che delinea gli obiettivi strategici e definisce quattro assi su cui intervenire: l’istruzione e la formazione superiore, la cittadinanza, la forza lavoro attiva e lo sviluppo di competenze specialistiche ICT.

Nonostante resti molto ancora da fare, il Rapporto rileva che l'emergenza ha rappresentato anche una forte spinta per la crescita digitale, con le applicazioni per i pagamenti digitali, e con l'enorme lavoro di assegnazione e distribuzione dei ristori, per non parlare dei nuovi concorsi pubblici gestiti in modalità digitale. Restano comunque importanti ritardi nell’attuazione delle azioni previste dal Piano Triennale per l’informatica: la digitalizzazione è dunque la nuova frontiera, l'ambito su cui occorre investire.

“Oggi ci sono davvero le condizioni per avviare un circolo virtuoso che consenta di superare gli storici ostacoli all’innovazione. L’elettroshock culturale generato della pandemia – ha precisato Andrea Rangone, presidente di Digital360 - ha portato ad una vera e propria ‘scoperta’ del digitale, aumentandone la consapevolezza a tutti i livelli. A questo si aggiunge la disponibilità finanziaria del NextGenerationEU, che definisce una chiara visione strategica del futuro fondata su trasformazione digital e green. Se sapremo gestire e finalizzare questo circolo virtuoso potremo recuperare il gap verso i paesi più avanzati, diventando un paese più moderno”.

 

Il Rapporto completo è disponibile sul sito ForumPA