Occupazione e sviluppo digitale, il dibattito in Europa

Pubblicato Mercoledì, 03 marzo 2021

"Condizioni di lavoro eque, diritti e protezione sociale per i lavoratori delle piattaforme - Nuove forme di occupazione legate allo sviluppo digitale" è il titolo della relazione in discussione nella prossima riunione della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo, in programma il prossimo 4 marzo.

Nello stesso incontro, sul tema, l'ILO – Organizzazione internazionale del lavoro – presenterà il ruolo delle piattaforme del lavoro digitale nella trasformazione del mondo del lavoro.

Il lavoro tramite piattaforme digitali è in rapido sviluppo nella Ue e in un numero sempre maggiore di settori di attività. Se da un lato questa tipologia può offrire maggiore flessibilità e più opportunità di lavoro e di reddito aggiuntivo anche a coloro che potrebbero avere maggiori difficoltà a entrare nei mercati del lavoro tradizionali, dall'altro spesso si associa a condizioni di lavoro precarie, che si manifestano nell'assenza di trasparenza e prevedibilità degli accordi contrattuali, in problemi di salute e sicurezza e nell'insufficiente tutela sociale. Questi sviluppi e la natura transfrontaliera delle piattaforme digitali hanno portato alla necessità di un'iniziativa europea per migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite tali piattaforme. In questa direzione va la scelta della Commissione europea di aprire, lo scorso 25 febbraio, una prima fase di una consultazione delle parti sociali europee sulla questione di come migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite piattaforme di lavoro digitali al fine di individuare le opportune misure per migliore questo settore.

Per dibattere sul tema e sul piano d'azione relativo al Pilastro europeo dei diritti sociali, alla riunione del 4 marzo parteciperà anche Nicolas Schmit, commissario per il Lavoro e i diritti sociali della Commissione europea."Con la transizione digitale già in corso – ha dichiarato Schmit - non possiamo perdere di vista i principi basilari del nostro modello sociale europeo. Dovremmo valorizzare al massimo il potenziale occupazionale delle piattaforme digitali ma anche garantire dignità, rispetto e tutele alle persone che le usano per lavorare".