Comunicazioni obbligatorie, la nota della Banca Italia sul mercato del lavoro

Pubblicato Giovedì, 01 aprile 2021

La pandemia ha fortemente rallentato la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato: le attivazioni nette cumulate sui dodici mesi sono però rimaste positive e pari a 259.000, grazie anche al blocco dei licenziamenti e la dinamica delle trasformazioni registrate alla fine dello scorso anno, sostenute dagli incentivi introdotti dal cd. “decreto Agosto”. Lo riporta la nota "Il mercato del lavoro: dati e analisi. Le Comunicazioni obbligatorie", frutto di una collaborazione tra la Banca d'Italia e il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, finalizzata a evidenziare l'andamento del numero di posizioni di lavoro alle dipendenze, analizzando le tendenze nazionali e locali con dati provvisori aggiornati al 28 febbraio 2021. Per questa analisi le Comunicazioni obbligatorie sono state utilizzate come fonte dati amministrativi completa e tempestiva.

Nei primi due mesi del 2021 l’occupazione dipendente regolare ha complessivamente ristagnato: nel bimestre gennaio-febbraio il saldo tra le posizioni attivate e quelle giunte al termine è rimasto all’incirca sugli stessi livelli del 2020, prima dello scoppio della pandemia. Le cessazioni sono state
707.000 a fronte di 697.000 attivazioni. Alla fine del periodo che va dall’avvio della crisi pandemica al 28 febbraio 2021 sono stati creati circa 300.000 posti di lavoro in meno rispetto ai
dodici mesi precedenti; dopo il punto di minimo raggiunto a metà giugno è stata pertanto recuperata circa la metà del divario.

La nota indaga anche sui divari di genere: a fine febbraio le posizioni lavorative occupate da donne erano circa 76.000 in meno rispetto a un anno prima; quelle occupate da uomini erano invece 44.000 in più: la differenza tra le due grandezze ammontava a circa 120.000 posizioni.
Le condizioni che hanno determinato questo divario sono molteplici: l’offerta di lavoro, l’eterogeneità dell’evoluzione della domanda di lavoro, più sfavorevole nei comparti dove la presenza femminile risulta più diffusa. Ma anche la minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, determinata dalle accresciute difficoltà di conciliare l’attività lavorativa con i carichi familiari.

In allegato la nota "Il mercato del lavoro: dati e analisi. Le Comunicazioni obbligatorie"



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