Conferenza sul futuro dell’Europa, il Cnel partecipa al dibattito sulle riforme

Pubblicato Martedì, 04 maggio 2021

Riforma della governance europea e semplificazione dei processi decisionali; aumento graduale delle risorse al 3% del Pil del bilancio Ue; convergenza politica per un’Unione più integrata su materie fondamentali; applicazione vincolante per i Paesi membri dei principi contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali. Sono queste le proposte avanzate dal Cnel nell'assemblea tematica dedicata alla Conferenza sul futuro dell’Europa, proposte discusse alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario di Stato agli Affari Europei, Vincenzo Amendola.

“La Conferenza sul futuro dell’Europa è l’occasione che l’Unione si dà - ha sottolineato Amendola - per una grande partecipazione popolare alla formazione del proprio domani. La pandemia ci ha costretti a trasformare i vecchi modelli e questa conferenza, partita come momento di riflessione, diventa vettore di reale cambiamento: la Ue ne uscirà riformata e più democratica”.

La Conferenza sul futuro dell’Europa, che inizierà il 9 maggio prossimo, nasce proprio con l'intento di aprire un dialogo con la più vasta platea possibile per un confronto generale su come l'Europa debba riformarsi nell'ottica di essere sempre più vicina e rispondente alle esigenze dei cittadini.

Il Cnel ha racchiuso in quattro punti la propria visione di una nuova Unione europea. Prima di tutto suggerisce una riforma della governance europea e una semplificazione dei processi decisionali, con la finalità di raggiungere una Unione più integrata e più vicina ai suoi valori fondanti: obiettivo è la costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

Inoltre propone l'applicazione vincolante per i Paesi membri dei principi contenuti nel Pilastro europeo dei diritti sociali. Il mercato unico e l'integrazione economica devono realizzare una società europea capace di promuovere la coesione e la convergenza, che combatta la disoccupazione e l’esclusione e assicuri diritti, tutele e pari opportunità. Considerando inscindibile il binomio benessere economico - benessere sociale, raccomanda che il PEDS possa tradursi in politiche sociali condivise, tali da promuovere equità sociale, combattere ineguaglianze e dumping (sociale, contrattuale, fiscale), rafforzare l’impegno sul tema della formazione e delle competenze, determinanti per lo sviluppo dell'occupazione, garantire sicurezza delle transizioni professionali e portabilità dei diritti, affrontare le asimmetrie sociali e del lavoro, rendere coerenti le politiche macroeconomiche e promuovere la partecipazione delle parti sociali.

Sul fronte delle risorse comunitarie, il Cnel propone di aumentare gradualmente le risorse comunitarie al 3% del PIL per garantire all’Unione di avere una autonoma capacità di bilancio e possibilità di imposizione fiscale e ridistribuzione delle risorse. Di adeguare il Patto di stabilità e crescita alla situazione attuale: se non è possibile la sua totale soppressione, secondo il Cnel ne occorre una correzione invertendo i parametri di riferimento attuali, ponendo la crescita e la salvaguardia dell’occupazione al primo posto, oltre alla revisione dei criteri per la valutazione economica dei Paesi membri.

Infine il Cnel suggerisce una convergenza politica per una UE più integrata su materie fondamentali e capace di rispondere con maggior efficacia alle sfide attuali. Ad esempio, chiede una revisione delle competenze fra livello nazionale ed europeo e riforma complessiva del sistema di immigrazione e di asilo e un'accelerazione sull’unione dell’energia.